Nel 1997 la band musicale veneziana dei Pitura Freska riscosse un certo successo in Italia con una canzone che diceva: “Sarà vero? Dopo Miss Italia avere una Papa nero, no me par vero”. Sia nel 2005, con l’elezione di Benedetto XVI, tedesco, sia nel 2013, con quella di Francesco, argentino, l’auspicio del Papa nero non si realizzò; può riproporsi adesso, alla vigilia dell’imminente Conclave, che vedrà la partecipazione record di 133 cardinali (inizialmente 135, poi c’è stato il forfait di due cardinali per motivi di salute). Per la prima volta il Continente africano è rappresentato da ben 18 porporati, provenienti da altrettanti Paesi dell’Africa; e se ciò non darà adito alla scelta di un Papa della sua cerchia, avrà comunque un impatto decisivo sull’elezione del nuovo Pontefice.

Papa nero e Sud Globale: le basi poste da Bergoglio

In realtà, i motivi per un successore africano di Francesco non mancano: Bergoglio ha saputo rappresentare le istanze del Sud Globale, e l’Africa è una componente essenziale di tale raggruppamento; il cattolicesimo, in crisi in altre parte del mondo, cresce in Africa a ritmi considerevoli, facendo riscontrare un numero di fedeli pari a 260 milioni, circa un quinto del totale del pianeta; inoltre, l’elezione di un africano al soglio di Pietro farebbe aumentare ulteriormente il peso dei cattolici nel Continente, e probabilmente avrebbe effetti positivi anche in altre aree geografiche; infine, è indubbio che la crescita politica dell’Africa meriti di riflettersi anche in ambito religioso.

Le mancate aperture al mondo Lgbt

Molti dei Cardinali africani sono stati nominati proprio da Francesco, che intendeva dare voce alle periferie del mondo; ed essi si sono impegnati nel sostegno alle popolazioni più povere e vulnerabili, in attività di riconciliazione e mediazione dei conflitti continentali, nel sostegno al dialogo interreligioso, e spesso anche sui temi ambientali e della sostenibilità, cari a Bergoglio. Nessuno di loro però lo ha seguito sul terreno delle aperture verso le istanze LGBT; alcuni Cardinali africani, anche fra i prossimi papabili, hanno spiegato sinceramente a Francesco che il Continente non è ancora pronto ad accogliere tali sensibilità, ritenute altresì una sorta di imposizione culturale dell’Occidente. Nel “Totopapa”, che trova ampio spazio in tutti i notiziari quotidiani, sono tre i Cardinali africani che possono aspirare ad essere eletti, anche se non si collocano fin d’ora in “pole position”: essi sono Fridolin Ambongo Besungu, della Repubblica Democratica del Congo; Peter Turkson, del Ghana; Robert Sarah, della Guinea.

Chi è Fridolin Besungu

Fridolin Besungu, 65 anni, è da sette anni Arcivescovo di Kinshasa, ed era al fianco di Francesco durante la sua visita del 2023 in RDC. Profondo assertore del dialogo interreligioso, egli ha conferito priorità alle comunità povere e fragili del suo Paese, e ai temi della pace e della riconciliazione, messe in pericolo da numerosi gruppi separatisti specialmente nelle regioni congolesi del Kivu e dell’Ituri. Besungu ha manifestato forte contrarietà al Decreto papale del 2023, che consente la benedizione delle coppie dello stesso sesso, ed ha rifiutato di eseguirlo. Con 50 milioni di fedeli, circa la metà del totale della popolazione congolese, la Chiesa Cattolica della RDC è una delle più grandi congregazioni in Africa Sub-sahariana, e ciò potrebbe avere un’influenza circa la scelta del suo nome.

Chi è Peter Turkson

Peter Turkson, 76 anni, ha guidato in passato alcuni uffici vaticani, fra cui il Consiglio Pontificio per la Pace e la Giustizia, dove ha concentrato il suo lavoro sui diritti umani, i minori, la parità di genere. È considerato un “progressista moderato”, ed un naturale successore di Francesco per la sua attenzione agli emarginati, alle sensibilità del Global South, ed ai temi ambientali.

Chi è Robert Sarah

Robert Sarah, 79 anni, è il più conservatore dei tre, specialmente circa le tematiche del celibato dei sacerdoti e quelle LGTB+, ed è fortemente contrario alle cosiddette istanze “woke” e del politicamente corretto. Sarah, autore di numerosi libri che spiegano la sua visione religiosa, è per il ritorno alle tradizioni autentiche della Chiesa, cauto o addirittura restio alle flessibilità dottrinali richieste dalla modernità. Su di lui potrebbero concentrarsi i voti della corrente conservatrice dei cardinali nord-americani.

Se la scelta dello Spirito Santo ricadesse su un candidato africano, non sarebbe comunque la prima volta in assoluto: nei primi secoli dopo Cristo ve ne furono tre, l’ ultimo dei quali, Gelasio I, proveniente probabilmente dall’Algeria o dalla Tunisia, esercitò il Pontificato dal 492 al 496. Dopo oltre quindici secoli da quelle date, non è da escludere che possa essere la volta buona.

Giuseppe Mistretta

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