I big sfilano a Napoli, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente del Consiglio Mario Draghi, passando per il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi. Ieri in città c’erano tutti. Chi a Nisida, chi a Sorrento. Patti, firme, accordi, protocolli e convegni ma qui c’è bisogno di azione. Con il nuovo governo della città e quello nazionale sul piano teorico pare ci siano le basi per imprimere la svolta, ora bisogna passare ai fatti concreti.

«Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina almeno il 40% dei fondi al Sud, finanziamenti che si sommano a quelli del Fondo per lo sviluppo e la coesione – ha ricordato Draghi al Convegno di Sorrento, organizzato dal ministro per il Sud Mara Carfagna – Con il Pnrr riduciamo i divari territoriali nei servizi, in particolare nell’istruzione, tramite investimenti mirati nella scuola, nella ricerca, nelle università. Dobbiamo fare in modo che tutti i cittadini italiani possano accedere a servizi della stessa qualità e con la stessa facilità», sottolinea il premier. E ancora: «Al tempo stesso, con il Pnrr sviluppiamo al Sud una politica industriale improntata all’innovazione in filiere strategiche, come quella dei semiconduttori e della mobilità sostenibile – ha detto – I finanziamenti, da soli, non bastano: serve la capacità di utilizzarli bene e in tempi certi. Purtroppo, questa capacità è spesso minore proprio dove gli investimenti sono più necessari. Per assicurarci che i fondi siano impiegati in modo efficiente, rafforziamo gli enti locali con l’assunzione di professionalità tecniche», conclude.

Incapacità che ora pesa e fa paura, basta vedere quanti fondi rischia di mandare in fumo la Regione Campania e quanti altri il Comune di Napoli. Proprio il Comune ieri ha firmato con il ministro Bianchi il tanto atteso Patto educativo per la città. Un patto nato dall’esigenza di contrastare dispersione scolastica, criminalità minorile e di intervenire prima che i nostri ragazzi si perdano. Bene i patti, ma torniamo sempre al punto di partenza: si passi all’azione! Si chiama “Generazione futura” il Patto educativo per la città metropolitana di Napoli. L’accordo è stato firmato da ministero della Giustizia, Dipartimento giustizia minorile e di comunità, sindaco, presidente della Regione, vescovo e prefetto e ministero dell’Istruzione con la presenza del ministro Patrizio Bianchi, insieme al presidente di ‘Con i Bambini’ e al portavoce campano del Forum del Terzo Settore.

L’obiettivo è quello di elaborare strategie comuni in campo educativo e di far ricadere ‘bene’ i fondi del PNRR dedicati al contrasto della dispersione scolastica, unendo istituzioni e terzo settore, nel solco dell’art. 118 della Costituzione. Le parti si impegnano a costituire una cabina di regia con lo scopo di promuovere l’attivazione delle iniziative previste dal protocollo d’Intesa, monitorare la realizzazione degli interventi e proporre gli opportuni adeguamenti per il miglioramento dei risultati. «La città di Napoli è resiliente e non si arrende al male» ha detto l’arcivescovo Domenico Battaglia, intervenendo nel carcere di Nisida per la sottoscrizione del Patto educativo – Questo patto è l’occasione per custodire l’infanzia rubata». È l’occasione per fare, per passare dalla strategia all’azione, solo così supereremo l’assenza atavica di concretezza che domina e soffoca il nostro territorio.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.