Noi gli orsi problematici vogliamo abbatterli, semplicemente come avviene in tutto il mondo. E siamo fiduciosi che la sentenza di merito dell’organo collegiale del Tar accoglierà le nostre istanze.

Prendiamo atto della decisione del Tar che ha sospeso l’ultimo decreto di abbattimento di Jj4, che ha voluto incidere in maniera sostanziale nella sfera di valutazione amministrativa che compete alla Provincia autonoma di Trento. Auspichiamo che le nostre istanze possano essere finalmente accolte in udienza.

Non nascondiamo certo la nostra sorpresa, che è la sorpresa della comunità trentina: attraverso la documentazione fornita al Tar, credevamo di aver superato le perplessità del giudice. Evidentemente, così non è stato.

Sono sorpreso però che il Tar, nell’ordinanza, sia entrato nel merito della gestione degli orsi, esprimendo anche valutazioni sul fatto che non sia stato ampliato il recinto del Casteller, dove oggi JJ4 è rinchiusa, insieme all’orso M49. Qualcuno dice che non abbiamo adeguato il Centro del Casteller. Che però non è un parco: è una collocazione temporanea, pensata per gli animali malati; non per tenere gli orsi problematici e pericolosi, che invece noi vogliamo abbattere.

Con il Ministero dell’ambiente abbiamo istituito un tavolo tecnico per trovare una nuova collocazione a circa 70 di loro: vanno trasferiti dal Trentino, che già oggi ne conta più di un centinaio.

Sono passati più di venti giorni dalla morte di Andrea Papi, 26 anni e davanti a sé una intera vita da vivere; tutti si sono stracciati le vesti per dirci cosa dobbiamo fare, ma finora solo parole e pochi fatti.

Negli ultimi cinque anni (anche da chi mi ha preceduto) il problema era stato segnalato più volte al governo; eppure non si è mai fatto nulla. Nel 2020 il Tar diede il via libera alla cattura di JJ4, ma il consiglio di Stato rovesciò la sentenza, dicendoci che non potevamo nemmeno catturarlo. Altri orsi problematici come DJ3 e M57 li abbiamo trasferiti senza che nessuno ci desse una mano.

Parlando del progetto Life Ursus gli esperti avevano detto nel lontano 1999 che gli orsi in Trentino dovevano arrivare a 50, ci dissero che si sarebbero dispersi da soli sulle Alpi e che in Trentino ne sarebbero rimasti ben pochi. I fatti ci dicono che non è stato così invece: si sono tutti radicati nel Trentino Occidentale. Ora l’idea è spostare gli orsi in eccedenza in qualche posto in Europa. Ci dicano dove, ma senza attendere oltre.

Infine, un pensiero a favore del popolo Trentino, che ancora oggi è criticato e insultato da animalisti da salotto e persone che conoscono poco il suo splendido territorio. Il popolo trentino ha nel proprio dna il volontariato: quando in Italia succedono tragedie, i primi ad esser chiamati sono i nostri uomini della protezione civile; siamo stati noi i primi ad andare ai confini dell’Ucraina quando è scoppiata la guerra. Quanto sta succedendo è profondamente ingiusto: il Trentino è un territorio che sta già soffrendo per la perdita di uno dei suoi figli; eppure la nostra sofferenza non è finita.

Ciò che ci sta a cuore è riportare le riflessioni alla logica naturale. Non esiste equivalenza: la vita di un uomo vale più di quella di un animale. Nel dibattito in corso si sta mettendo in discussione questo principio, e si rischia di occuparsi più del benessere degli animali, che di quello delle persone. Il mio principale obiettivo, oggi, è quello di occuparmi della sicurezza della popolazione trentina, messa in discussione e pericolo da un rapporto di convivenza uomo-animale sfavorevole agli esseri umani.

Maurizio Fugatti

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