Il carcere di Santa Maria Capua Vetere perde la direttrice Elisabetta Palmieri. Non per responsabilità attinenti “all’orribile mattanza”, quando la funzionaria era assente per malattia, ma per affari di cuore: da fonti del Dap si apprende che è stato avviato il procedimento di revoca del suo incarico con un provvedimento del 27 luglio del Direttore generale del personale del Dap, perché le viene contestata un’anomala condotta nell’avere consentito, venerdì 23 luglio, al suo compagno, soggetto estraneo all’amministrazione, di presenziare alla visita in istituto della senatrice del M5s Cinzia Leone e di accompagnarla negli incontri con i detenuti: «Durante la mia visita il compagno della direttrice Palmieri, senza autorizzazione specifica, mi aveva guidato nella struttura penitenziaria, e nei diversi padiglioni. Una vicenda incredibile in quello che dovrebbe essere il carcere più attenzionato d’Italia dopo il violento e immotivato pestaggio a danno dei detenuti avvenuto nell’aprile 2020». L’uomo risulterebbe autorizzato per finalità rieducative a frequentare esclusivamente il laboratorio di pasticceria all’interno del carcere, nella sola giornata di martedì. In queste ore, il Dap sta valutando la scelta del dirigente che sostituirà temporaneamente Palmieri fino alla nomina del nuovo direttore.

Intanto ieri la Conferenza dei Garanti territoriali si è riunita in assemblea presso la Regione Lazio, per un incontro con il Capo del Dap, Bernardo Petralia: al centro dell’incontro la ripartenza dei colloqui e delle attività nelle carceri, dopo il superamento dell’emergenza epidemiologica. «Completata la campagna vaccinale, non possiamo permetterci ancora un anno di sostanziale chiusura delle attività», ha rimarcato Stefano Anastasìa, Portavoce della Conferenza. A tale proposito, Petralia ha dichiarato che l’amministrazione penitenziaria attende la risposta del Comitato tecnico-scientifico alle richieste sulla ripresa delle attività e i trasferimenti tra istituti, per consentire ai detenuti di poter scontare la pena vicino a casa. I Garanti hanno affrontato anche il tema della formazione del personale della Polizia penitenziaria.

«A memoria d’uomo non si ricorda la visita in un carcere di un presidente del Consiglio dei ministri accompagnato da un ministro della Giustizia, dopo un pestaggio disumano» ha sottolineato il Garante della Campania, Samuele Ciambriello, che ha aggiunto al Riformista: «abbiamo chiesto al Capo del Dap, e poi lo chiederemo anche ai magistrati di sorveglianza e alla politica, di prevedere per tutti i reclusi attualmente presenti nelle carceri italiane una liberazione anticipata in base all’art. 35ter dell’ordinamento penitenziario che prevede rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subìto un trattamento in violazione dell’art. 3 della Convenzione edu (“nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”). Quindi in primis per quelli che hanno subìto violenze nel carcere campano ma anche per tutti gli altri che in questi diciotto mesi di pandemia hanno visto compressi i loro diritti, essendosi ristrette le loro libertà e i loro spazi». E sulla revoca dell’incarico alla direttrice conclude: «forse anche lei, nel permettere al suo compagno di non rispettare l’ordinamento penitenziario, sentiva quel senso di impunità che ha caratterizzato gli agenti picchiatori».