La polemica
Porta a Porta come Istituto Luce, Foa se ne deve andare

Ai colleghi del Pd che in queste ore hanno protestato sui social per gli abusi del pluralismo in Rai chiedo: se davvero vogliamo dare una soluzione al caso Rai, perché non partiamo dal vulnus principale, quello da cui discendono tutti gli squilibri? Perché a presiedere il Cda Rai c’è ancora Foa, imposto da Salvini con un colpo di mano, in violazione dei regolamenti parlamentari e della legge sul presidente di garanzia? Riportare la Rai sul terreno della correttezza significa, innanzitutto, revocare Foa dal Cda. O davvero vogliamo attendere che anche su questo, come ormai troppo spesso su tanti altri settori, a risolvere la situazione arrivi la magistratura? Ci deve pensare la Procura di Roma?
Se il Pd sulla Rai vuole fare sul serio, chieda a Gualtieri di revocare Foa, oppure chieda ai presidenti delle Camere e della Vigilanza Fico, Casellati e Barachini, di dare l’accesso agli atti sulla votazione di Foa in Vigilanza. Altrimenti sono solo tattiche per spartire questo e quel direttore o vicedirettore. La situazione è talmente precipitata e deteriorata dal punto di vista del pluralismo, della qualità, degli ascolti, che si dovrebbe valutare il ritorno alle immissioni di grandi giornalisti dall’esterno, come accadeva in passato.
Occorerebbe, inoltre, valutare una modifica alla legge Madia che consenta ai pensionati di assumere incarichi nel servizio pubblico, eliminando il tetto di un anno. In questo modo si potrebbero avere come dirigenti anche grandi giornalisti, oggi giovani pensionati, con un vantaggio sia economico sia professionale, perché chi ha già fatto carriera non subirebbe le pressioni e le lusinghe dei partiti.
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