Che cos’è? Una provocazione, un avvertimento, qualcuno parla di minaccia, una semplice celebrazione di rapporti decennali. A soli tre giorni dalle elezioni politiche i profili social dell’Ambasciata russa in Italia hanno pubblicato una serie di fotografie, del Presidente russo Vladimir Putin con esponenti politici di primo piano degli ultimi anni, Presidenti del Consiglio e Presidenti della Repubblica. Ad accompagnare gli scatti anche il post, piuttosto criptico, tutto da decifrare: “Dalla recente storia delle relazioni tra la Russia e l’Italia. Ne abbiamo da ricordare”.

In che senso, si chiedono ora giornalisti e osservatori, ne abbiamo da ricordare? Qual è il messaggio lanciato da Mosca tramite questo tweet? Il post arriva a una settimana circa dall’indiscrezione diffusa dall’intelligence statunitense che parlava di influenze e finanziamenti russi in diversi Paesi europei ed asiatici. Il Copasir ha chiarito: l’Italia non compariva in quel dossier. Della Russia, della sua influenza, dei suoi contatti e legami in Italia si è continuato a parlare e se n’era parlato parecchio durante tutta la campagna elettorale.

La settimana scorsa, in conferenza stampa, il Presidente del Consiglio Mario Draghi (che pure compare nelle foto) aveva parlato della democrazia italiana, “forte, non è che si fa battere dai nemici esterni, dai loro pupazzi prezzolati: dobbiamo essere fiduciosi nella nostra democrazia, non bisogna avere timore di qualunque voce. È chiaro che negli ultimi 20 anni il governo russo, e questo risulta da amplissime ricostruzioni internazionali, ha effettuato una sistematica opera di corruzione nel settore degli affari, nel settore della stampa, nel settore della politica, in tanti settori in molti Paesi europei, così come negli Stati Uniti. Queste son cose note, quindi non c’è nulla di cui stupirsi”.

Le fotografie attraversano tutto l’arco parlamentare, e oltre, e non fanno distinzioni tra partiti e schieramenti. Compaiono Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, tutti e tre insieme ai tempi del governo Conte 1. C’è Enrico Letta che stringe la mano a Putin sorridente. Posa più confidenziale con Silvio Berlusconi, amico di vecchia data. E quindi Matteo Renzi, Massimo D’Alema, Paolo Gentiloni, i Presidenti della Repubblica Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. Draghi è l’unico a comparire in posa non con il Presidente ma con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Tra i premier manca Mario Monti.

Alla Lega viene puntualmente rinfacciato il rapporto con il partito Russia Unita di Putin, sul quale c’è ancora un’indagine in corso, per un presunto finanziamento da 65 milioni di euro. Il segretario della Lega, in un’intervista a Bloomberg, Matteo Salvini ha dichiarato recentemente di aver cambiato la sua opinione su Putin dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Il politico del Carroccio aveva più volte elogiato il Presidente russo negli ultimi anni, arrivando a dichiarare di preferirlo al Presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella.

A prendere le distanze dal post dell’Ambasciata Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle: “Sono stato da Putin a Mosca in visita di Stato, lui è venuto in Italia. L’ho incontrato sempre come rappresentante del popolo italiano. Quando ho smesso l’incarico, nonostante un rapporto cordiale che era stato costruito, ho sempre pensato che non fosse un rapporto personale. Tant’è che dopo allora non ho mai cercato Putin, mai parlato col suo entourage e neppure con l’ambasciata russa”. Sul tweet si è espresso anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi: “Credo che il problema della Russia oggi non sia il post dell’ambasciata o il tweet ma sia ciò che ha detto Putin ieri, che pone un problema internazionale. Il problema è come risponderà la comunità internazionale all’escalation verbale, che c’è già. Cerchiamo di lavorare per evitare l’escalation politica. Noi siamo stati e siamo favorevoli alle sanzioni e all’invio delle armi all’Ucraina, ma da sempre diciamo che debba essere lasciato aperto un canale di dialogo. Non siamo come quelli che cambiano idea una volta al giorno, e penso a Giuseppe Conte”.

Che cosa voleva dire quel tweet, quali sarebbero tutte queste “cose da ricordare”? Forse un’esortazione a non dimenticare le relazioni pluridecennali dei due Paesi, sul Corriere della Sera si suggerisce di una sorta di avvertimento per qualche contenuto segreto che potrebbe essere rivelato, forse una semplice celebrazione per ricordare le relazioni dei tempi belli ormai finiti. Tutte le fotografie risalgono infatti al periodo precedente alla guerra in Ucraina. L’Italia è tra i Paesi che hanno applicato sanzioni, inviato armi e sostenuto l’Ucraina senza esitazioni, al fianco di Unione Europea e Alleanza Atlantica, fin dall’esplosione del conflitto. Qualche giorno fa lo stesso account dell’ambasciata aveva retwittato una vignetta del fumettista Altan pubblicata su La Repubblica. “Se vedi gli 007 ovunque forse leggi troppo Repubblica”, un altro tweet. Altri post erano comparsi nei giorni della caduta del governo Draghi, lo scorso luglio. A giugno l’ambasciatore della Federazione russa in Italia, Sergey Razov, era stato convocato alla Farnesina dal segretario generale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’ambasciatore Ettore Francesco Sequi.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.