Da nazisti da processare e condannare a morte allo scambio di prigionieri in un rapporto uno a quattro. Ben 215 ucraini, tra cui i militari del Battaglione Azov, tornano in patria mentre 55 russi, compreso l’oligarca Viktor Medvedchuk, fanno il percorso inverso.

La liberazione è avvenuta nella regione di Zaporizhzhia e sarebbe stata curata dal Gur, l’intelligence militare guidata dal generale ucraino Kirilo Budanov. A sette mesi dall’inizio della guerra, nata anche per contrastare – secondo la propaganda russa – il reggimento nazista Azov, Mosca e Kiev realizzando probabilmente lo scambio di prigionieri più importante da inizio invasione. Una operazione avvenuta in sordina, con il mondo distratto e preoccupato dalle parole di Putin e dalla minaccia di una guerra senza esclusione di colpi tra potenze nucleari.

Liberato anche il comandante del Battaglione Azov, Denys Prokopenko, nome di battaglia “Redis”, e il suo vice Svyatoslav Palamar, nome di battaglia “Kalyna”, che insieme ad oltre cento militari si erano consegnati nel maggio scorso dopo aver resistito ben tre mesi nei bunker dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, città del sud dell’Ucraina oggi gestita dal Cremlino. “I cinque comandanti del reggimento Azov rilasciati rimarranno in condizioni confortevoli in Turchia sino alla fine della guerra” ha spiegato il presidente Zelensky che ha ringraziato la Turchia e “il presidente Erdogan” per la mediazione.

“Nazisti” secondo la propaganda russa. “Eroi nazionali” per Kiev. Fatto sta che la decisione di Putin di liberare il reggimento Azov ha suscitato più di qualche malumore in Russia.

Liberati 55 russi tra cui l’oligarca ucraino Viktor Medvedchuk, arrestato dopo l’invasione dello scorso 24 febbraio mentre fuggiva verso il confine con la Bulgaria vestito da soldato. Medvedchuk è considerato da Kiev leader dei politici filorussi in Ucraina ed era accusato di avere pianificato un colpo di stato per installare un governo putinista.

“Abbiamo salvato 215 persone dalla prigionia russa: militari che hanno difeso l’impianto Azovstal e Mariupol e altri fra combattenti del reggimento Azov, militari e agenti delle forze di sicurezza”. Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Sono al sicuro ora. Ricordiamo e cerchiamo di salvare tutti. Secondo i nostri accordi con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, i cinque comandanti del reggimento Azov rilasciati rimarranno in condizioni confortevoli in Turchia sino alla fine della guerra. Potranno vedere le loro famiglie. Ringrazio sinceramente il presidente Erdogan per il suo ruolo di primo piano nella liberazione del nostro popolo”, ha proseguito il capo dello Stato ucraino. Inoltre “l’Ucraina ha liberato dieci cittadini stranieri dalla prigionia russa in segno di gratitudine per il loro aiuto al nostro Stato. Si tratta di cinque cittadini britannici, due cittadini statunitensi, 2 cittadini del Marocco, uno svedese e un croato. Torneranno a casa con la mediazione dell’Arabia Saudita. Sono davvero grato a tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato”, ha scritto Zelensky.

Altro scambio di prigionieri si è verificato sempre nella giornata di ieri e ha visto protagonista  il principe saudita erede al trono Mohammed Bin Salman che ha chiuso con Putin la restituzione di dieci prigionieri di nazionalità straniera che combattevano con gli ucraini. Tra loro cinque britannici, un americano, un croato e un marocchino. Tra i liberati ci sono anche gli inglesi Aiden Aslin e Shawn Pinner, che i separatisti di Donetsk avevano condannato a morte. E’ una manovra del principe saudita per recuperare credito internazionale.

Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno voluto ringraziare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman (Mbs) per aver facilitato lo scambio di prigionieri con la Russia. In particolare, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jack Sullivan ha voluto ”ringraziare Zelensky, il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev Yermak e il governo ucraino per aver incluso due cittadini statunitensi nello scambio di prigionieri. Ringraziamo il principe ereditario e il governo dell’Arabia Saudita per aver facilitato. Non vediamo l’ora che i nostri cittadini si ricongiungano alle loro famiglie”. Allo stesso modo Sullivan ha voluto ”ringraziare il governo turco per aver contribuito a facilitare lo scambio di prigionieri tra Ucraina e Russia, basandosi sulla loro leadership nell’accordo sul grano”.

 

Redazione

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