Nuovo round di udienze, ieri al Palais de Justice di Bruxelles, per gli indagati dell’inchiesta Qatargate. La giustizia belga doveva decidere se convalidare il carcere per l’eurodeputato Marc Tarabella, finito agli arresti sabato scorso dopo essere stato interrogato dagli inquirenti e dal giudice istruttore Michel Claise a seguito delle rivelazioni di Antonio Panzeri, che lo ha trascinato nell’indagine insieme al collega Andrea Cozzolino, ora agli arresti domiciliari a Napoli.

Ma i legali di Tarabella hanno chiesto, con un colpo di scena all’apertura della seduta, la ricusazione di Claise. E quindi alla Camera di consiglio del tribunale di Bruxelles si attende il sostituto del magistrato titolare dell’inchiesta, in attesa che la corte d’Appello si esprima sull’istanza di ricusazione. Come vuole il diritto belga, Claise è uscito dall’aula. “Claise oggi non può essere presente perché c’è una richiesta di ricusazione e significa che il giudice non può più svolgere la sua funzione fino a quando la Corte d’appello non si esprimerà sulla richiesta o egli stesso deciderà di lasciare il caso”, hanno spiegato i legali di Eva Kaili. La politica ellenica è difesa in aula dall’avvocato greco Michalis Dimitrakopuolos, affiancato per la prima volta dal penalista Sven Mary, noto per aver difeso il terrorista Salah Abdeslam, che nei giorni scorsi ha preso il posto del legale André Risopoulos.

“Le condizioni di detenzione di Eva Kaili sono difficili, il suo posto non è il carcere di Haren, deve stare a casa con la figlia di ventiquattro mesi. Chiederemo la scarcerazione oppure che venga disposto per lei un regime di sorveglianza elettronica”, ha detto l’avvocato Mary. L’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, vuole “ringraziare i dieci eurodeputati che hanno scritto una lettera per denunciare le sue condizioni di detenzione e le difficoltà dei contatti con sua figlia”. La gratitudine di Kaili va a Massimiliano Smeriglio, Brando Benifei, Beatrice Covassi, Paolo De Castro, Elisabetta Gualmini, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Daniela Rondinelli, Franco Roberti e Achille Variati che hanno diffuso una missiva inviata alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, nella quale chiedevano di vigilare sulle condizioni di detenzione della politica greca con particolare attenzione al suo diritto di madre di stare con la figlia.

Per primi i suoi due legali, ieri in aula, hanno ribadito con forza la richiesta degli arresti domiciliari, fin qui sempre negati. “Viene tenuta in cella come un simbolo”, hanno sottolineato. I giudici torneranno poi a riesaminare la custodia di Panzeri, che ha patteggiato con la giustizia belga un anno di carcere. Nonostante la firma dell’accordo da pentito, il diritto penale belga prevede un riesame periodico delle misure cautelari anche nei suoi confronti. L’avvocato di Panzeri, Laurent Kennes, non avanzerà per lui alcuna richiesta per un regime di sorveglianza elettronica. Le dichiarazioni dell’ex numero uno della Camera del Lavoro di Milano hanno trascinato nell’indagine pure Andrea Cozzolino, eurodeputato del Pd, ora agli arresti domiciliari a Napoli.

Una svolta nel processo potrebbe arrivare dall’allontanamento di Claise da questo dossier: come evidenziato ieri dal Riformista a proposito del mandato d’arresto per Cozzolino, anche quello per Marc Tarabella conteneva elementi di grave pregiudizio. Il legale dell’eurodeputato belga evidenzia che le frasi di Claise indicate nel mandato di arresto – dove si legge che “le posizioni pubbliche” di Tarabella “erano inizialmente contro il Qatar, e poi sono state ribaltate quando è stato rilevato il movimento sospetto di fondi” che ha innescato lo scandalo di corruzione“violano chiaramente la presunzione di innocenza”.

“Con questa dichiarazione categorica il giudice lascia chiaramente intendere la sua opinione sulla colpevolezza del signor Tarabella in questo fascicolo” e “in altre parole, sembra evidentemente dare per scontati i fatti contestati e sui quali verte l’indagine che sta dirigendo”, prosegue il penalista, sottolineando come “il fascicolo non riveli alcun movimento di fondi sospetti a carico di Marc Tarabella” e come “in questa fase nessuna analisi finanziaria sia stata effettuata dal gip, il che è a dir poco inquietante”. Maxim Toeller, avvocato di Tarabella, è netto: “La situazione è estremamente violenta per il signor Tarabella: ha sollecitato di essere ascoltato, e non lo hanno ascoltato. Anche dopo che gli è stata tolta l’immunità, con il suo stesso voto, non è stato cercato subito, ora lo privano della libertà con la giustificazione che è assolutamente necessario”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.