«È la classica riforma “Gattopardo”: a parole grandi cambiamenti, nei fatti invece resterà tutto come prima». Luca Palamara, ex zar delle nomine al Consiglio superiore della magistratura, commenta così la riforma della giustizia in via di approvazione questa settimana alla Camera. Una riforma dalla gestazione quanto mai travagliata. È sufficiente ricordare che il testo adesso in discussione era stato presentato nel luglio del 2019 dall’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5s), all’indomani della pubblicazione sui giornali dei colloqui registrati all’hotel Champagne fra Palamara, i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri, e cinque componenti del Csm, aventi ad oggetto la nomina del nuovo procuratore di Roma.

Tale riforma, anche su sollecitazione del presidente della Repubblica, avrebbe dovuto restituire credibilità alla magistratura, ponendo così fine allo strapotere delle correnti nelle nomine dei capi degli uffici giudiziari. Sergio Mattarella per descrivere questo nominificio correntizio parlò senza mezzi termini di “modestia etica”. A distanza di quasi tre anni, e con il rinnovo del Csm alle porte, la riforma che verrà approvata non sposterà però una virgola, con i gruppi associativi dell’Anm che continueranno a dettare legge indisturbati a Palazzo dei Marescialli.

Dottor Palamara, lei ha certamente un osservatorio privilegiato: ha fatto campagne elettorali sia in prima persona che per i colleghi. Cosa pensa di questa riforma?
Che non ci saranno cambiamenti rispetto a quando c’ero io. Le candidature per le prossime elezioni del Csm saranno decise, come è sempre stato fatto, dai capi delle correnti con i soliti e ben collaudati scambi concordati.

Veramente un bel risultato, si potrebbe dire.
Le prossime elezioni (in programma il prossimo mese di luglio, ndr) saranno il trionfo del voto correntizio. Ed una volta che il ministero della Giustizia avrà stabilito il modo in cui saranno suddivisi i collegi elettorali le saprò dire anche come finirà il voto.

Non pensa proprio che ci potranno essere sorprese?
Assolutamente no. Il sistema previsto, un Mattarellum con correttivo proporzionale, non lascia spazio ad alcuna “alea”, con le correnti che si spenderanno per far votare candidati che non sono conosciuti nei territori dove si svolgono le elezioni. Un film già visto.

Che cosa serviva?
In questo momento?

Sì.
Il sorteggio dei candidati.

Va ricordato, a tal proposito, che si sarebbe trattato di un sorteggio “temperato”. Se i candidati da eleggere sono 20, prima veniva sorteggiato un paniere di circa 200 magistrati e poi si procedeva con il voto.
Esatto. Avrebbe messo fuori gioco le correnti.

La ministra della Giustizia Marta Cartabia non ha voluto sentire ragioni sul punto, facendo intendere ai partiti della maggioranza, ad iniziare da Forza Italia che l’aveva proposto, che fosse incostituzionale e che ci sarebbero stati problemi in sede di promulgazione da parte del capo dello Stato.
Se fosse stato incostituzionale perché l’Anm nelle scorse settimane ha indetto un referendum consultivo sul sorteggio? Parliamo di magistrati, di giuristi, se veramente era incostituzionale avrebbero avallato una consultazione? Non credo. Il sistema delle correnti, lo dico da tempo, ha il terrore del sorteggio che consente di mandare al Csm magistrati che non sono legati ad un gruppo associativo.

Lei è stato per tanti anni esponente di punta di un gruppo associativo. Le sue chat hanno svelato i legami con centinaia di colleghi che si rivolgevano a lei, direttamente o indirettamente, per “autopromuoversi’. Ora questi magistrati sono a capo di procure e di tribunali. Si è pentito?
Il discorso sarebbe lungo. Posso dire comunque che la magistratura ha necessità di una classe dirigente che sia svincolata dalle correnti.

Lo sa cosa ha dichiarato l’altro giorno il giudice Andrea Reale, componente del Comitato direttivo dell’Anm per Articolo 101 (il gruppo ‘anti correnti’, ndr)?
No.

Considerato che questa riforma segna il successo delle correnti, ha proposto a tutti i rappresentanti dell’Anm di andare a fare un brindisi all’hotel Champagne o presso il bar Ungheria. Brindisi da fare nella prossima ‘notte dei legalità’ (evento indetto dall’Anm nei prossimi giorni per protestare contro la riforma, ndr)?
(Ride)