Il governo Meloni è intervenuto sul reddito di cittadinanza come annunciato in campagna elettorale e come da programma del partito di centrodestra. Il sussidio sarà abrogato dal primo gennaio dal 2024 e fortemente ridimensionato nel 2023 in un “periodo transitorio verso l’abolizione del reddito di cittadinanza”. A partire dal 2024 il governo ha previsto due nuove misure: al posto dell’Rdc subentreranno due strumenti, uno destinato a categorie fragili e poveri che non possono lavorare e un altro per le persone in grado di lavorare.

Il sussidio era stato introdotto nel 2019, con il governo Conte 1 di Movimento 5 Stelle e Lega. Era la misura bandiera dei grillini. L’assegno mensile, dall’importo fisso a seconda del numero dei componenti della famiglia, dell’ISEE, delle eventuali integrazioni per pagare l’affitto. L’erogazione era legata a un percorso di inserimento lavorativo per i percettori tra i 18 e i 65 anni. Era prevista per 18 mesi, salvo poi essere sospesa per un mese, con la possibilità di riprendere. Il beneficio decadeva del tutto se si rifiutavano due offerte di lavoro.

Il reddito di cittadinanza costa allo stato circa otto miliardi di euro all’anno. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che tempo fa aveva definito la misura “metadone di stato” – ha specificato che prima di azzerare la misura era necessario predisporre la riforma per rivedere criteri e inefficienze dei sussidi. “Avremmo avuto bisogno di più tempo per fare una riforma complessiva, che faremo, ma intanto stabiliamo che si continua a tutelare chi non può lavorare, disabili, anziani, famiglie prive di reddito con minori a carico, donne in gravidanza”. Il testo ufficiale della misura ancora non c’è, si apprende delle modifiche dal comunicato stampa del Consiglio dei ministri.

Fino al 31 dicembre del 2022 non cambierà niente. L’assegno sarà invece gradualmente cancellato per chi può cominciare a lavorare, le persone considerate “occupabili”. A partire dal primo gennaio le persone tra il 18 e 59 anni abili al lavoro e che non abbiano nel nucleo familiare disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età ed escluse le donne in gravidanza, avranno diritto al reddito per altri otto mesi. Per sei mesi è prevista la partecipazione a un corso di formazione o di riqualificazione professionale. In mancanza, decade il beneficio del reddito. L’assegno andrà perso anche nel caso in cui i rifiuti la prima offerta di lavoro considerata congrua.

L’esecutivo punta anche a maggiori controlli e verifiche sulle assegnazioni e le decadenze dal sussidio. Per i percettori il sostegno continuerà a essere erogato fino a fine 2023. A partire dal 2024 sarà introdotta una nuova forma di sussidio destinata a poveri e fragili. Il governo stima un risparmio di 734 milioni nel 2023 con la stretta. L’Inps ha stimato in 1,039 milioni il numero medio annuo dei nuclei beneficiari del reddito. E tra questi gli interessati dalle nuove regole sarebbero oltre 400mila. Il governo non ha ancora indicato una data ultima per presentare domanda per il reddito, che dovrebbe cadere nei primi mesi del 2023.

A pesare sul reddito di cittadinanza, fin dalla sua entrata in vigore, il rapporto tra i percettori dei sussidi e quali tra questi ultimi abbiano effettivamente trovato lavoro. Secondo gli ultimi dati ANPAL sono stati circa 1,9 milioni di milioni i percettori, quasi il 20% aveva già un lavoro quando ha cominciato a incassare il reddito, circa il 30% ha trovato lavoro dopo aver ottenuto il sussidio. L’importo medio dell’assegno lo scorso settembre era pari a 581 euro. Il meccanismo prevedeva però la detrazione dall’assegno dell’80 per cento del reddito che si ottiene da un’occupazione regolare.

Sempre secondo la stessa fonte quasi il 70 per cento di questi lavori non ha superato i tre mesi di durata e solo lo 0,8% è durato più di un anno. Secondo gli ultimi dati dell’ANPAL, su 2,3 milioni di percettori del reddito di cittadinanza sarebbero circa 660 mila quelli in grado di lavorare. Per l’INPS invece sarebbero 372 mila gli effettivamente occupabili. Secondo l’ISTAT nel 2020 il reddito aveva evitato che circa un milione di cittadini scendesse sotto la soglia di povertà assoluta.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.