Alle 17 è convocato il Consiglio dei ministri per chiudere il cerchio sulla Legge di Bilancio 2023, la prima del Governo Meloni. Un test decisivo per la credibilità dell’Italia e che da quanto trapela sarebbe lontano da azioni spericolate annunciate in campagna elettorale. Meloni invoca prudenza perché “non ci sono risorse, non c’è tempo e non possiamo sbagliare”. Il testo non è completo, c’è massima attenzione per le coperture e bisognerà rinunciare ad alcune proposte.

Come riportato da Open, se il saldo della Finanziaria si è fermato a 32 miliardi, di cui 21 in deficit e spesi per gli aiuti sull’energia, le entrate preoccupano la Ragioneria dello Stato e costringono l’esecutivo a rinunciare ad alcune misure annunciate. Come il taglio dell’Iva su pane e latte. O la rottamazione delle cartelle esattoriali tra mille e 3.000 euro.

Il Reddito di Cittadinanza

Primo punto da affrontare riguarda la stretta al Reddito di Cittadinanza. L’aiuto resterà per i più poveri ma si ragiona a un metodo di contrasto e verifica per i furbetti. L’idea è quella di toglierlo a chi è abile al lavoro riducendo il tempo in cui lo ricevono senza lavorare. Sul tavolo la proposta che alla prima scadenza gli abili al lavoro perdano il sussidio, ricevendolo ancora per 6 mesi sotto forma di assegno per i corsi di formazione. Tra le altre ipotesi l’idea trascorsi i 6 mesi in formazione, se l’interessato non ha ancora un lavoro, potrebbe chiedere nuovamente il Reddito, ma al massimo per 12 mesi e con un importo tagliato del 25%, e poi, dopo altri 6 mesi di sospensione, il sussidio potrebbe essere chiesto per l’ultima volta, per sei mesi e ridotto di un altro 25%. Inoltre al vaglio c’è l’idea di togliere il RdC al rifiuto della prima proposta congrua di lavoro.

L’assegno unico per le famiglie

L’obiettivo è quello di aumentare l’assegno per le famiglie più numerose. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, dovrebbe salire da 100 a 200 euro l’assegno per le famiglie con 4 o più figli, 100 euro in più per i figli gemelli fino a 3 anni di età. Questi primi aumenti dell’Assegno unico sarebbero seguiti, nel corso del 2023, da una riforma complessiva con l’obiettivo di aumentare l’assegno per le famiglie più numerose.

Amazon Tax

I nodi da sciogliere ancora sono numerosi sulla così detta Amazon Tax, l’imposta che dovrebbe colpire le consegne di beni acquistati col commercio elettronico e consegnati con mezzi inquinanti. Le piccole aziende di trasporto sono preoccupate dal fatto che la tassa possa ricadere su di loro e non sulle grandi multinazionali del commercio on line. In alternativa, sul tavolo c’è l’aumento dell’imposta sui servizi digitali ora al 3%.

Il taglio del cuneo fiscale

Il taglio del cuneo fiscale, cioè la differenza tra retribuzione lorda e netta, potrebbe salire a 3 punti nel 2023. La replica del taglio per i redditi fino a 35 mila euro avrà un costo di 3,5 miliardi. A questa dovrebbe accompagnarsi un ulteriore taglio di un punto per le fasce di reddito al di sotto dei 20 mila euro. L’obiettivo è quello di arrivare a un taglio di cinque punti percentuali totali. Per i due terzi a favore del lavoratore e per un terzo alle imprese. Ma difficilmente arriverà con questa Legge di Bilancio. Per gli autonomi verrà aumentato da 65 mila a 85 mila euro il tetto dei ricavi per beneficiare della flat tax del 15%.

Pensioni quota 103

Sul nodo pensioni sembra esserci l’accordo per quota 103 (62+41): si potrà lasciare il lavoro a 62 anni con 41 di contributi. Si tratterebbe di una soluzione-ponte, in attesa di una riforma strutturale da varare l’anno prossimo. “Ci prendiamo un anno per pensare ad una vera riforma – spiega il sottosegretario leghista al Welfare Claudio Durigon – insieme alle parti sociali”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.