Chiedono la proroga dei licenziamenti almeno fino al 31 ottobre, una riforma degli ammortizzatori e nuove politiche attive del lavoro per fare fronte alla crisi innescata, o per meglio dire peggiorata, dalla pandemia di Coronavirus.

I sindacati tornano a sfilare compatti in tre manifestazioni in corso a Torino, Firenze e Bari. “Ripartiamo, insieme. Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani”, questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per chiedere al governo Draghi di intervenire per fermare la fine del blocco dei licenziamenti fissata dal governo il primo luglio.

Da giovedì, dopo quasi 500 giorni di stop, le grandi aziende potranno tornare a licenziare i propri dipendenti. Una misura che non ha impedito una importante diminuzione dell’occupazione: secondo i dati Istat tra il primo trimestre 2020 e lo stesso periodo di quest’anno il numero degli occupati è diminuito di 889 mila unità (-3,9%).

“E’ il momento di unire non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali“, ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini a Torino. “Chiediamo qui oggi che ci sia la proroga del blocco dei licenziamenti. Chiediamo che il governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro”, ha aggiunto il leader del principale sindacato italiano. 

Ieri si è registrato l’apertura dell’esecutivo ad un decreto da portare in Consiglio dei ministri entro il 29 giugno per prolungare lo stop solo per alcuni settori, a partire dal tessile. Una possibilità bocciata dai sindacati, che chiedono una proroga indifferenziata per tutti i settori.

A margine della manifestazione a Firenze, in piazza Santa Croce, il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ha lanciato un appello per far partire “una grande discussione per arrivare a negoziare un nuovo e moderno patto sociale per la crescita lo sviluppo e l’equità”, sollecitando il governo “a aprire urgentemente una fase di confronto unitario di ascolto e dialogo per rimettere al centro come priorità il lavoro, la crescita, lo sviluppo, la coesione sociale”.

Da Bari invece il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri ha chiesto di fare “attenzione” perché “ci sono crisi e situazioni che rischiano di esplodere, dobbiamo evitare che questo diventi una bomba sociale a partire dal 1 luglio”, denunciando il rischio di tensioni sociali nel Paese.

Un appello, quello dei sindacati, accolto dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. Ospite a Live In Firenze di SkyTg24, l’esponente PD ha chiarito che il rischio sociale “esiste, non va drammatizzato, credo che ci siano gli strumenti per gestirlo, ma il rischio esiste e credo sia sbagliato rimuoverlo o negarlo come si è fatto nel dibattito pubblico. Il rischio esiste perché anche quando ci sarà la ripresa non è detto che porti con sé una proporzionale ripresa dal punto di vista occupazionale e non è detto che l’occupazione ritorni nei settori in cui si è perduta”.

Quanto al blocco dei licenziamenti Orlando ha sottolineato che l’esecutivo si è già mosso “nell’ottica della selettività con il Sostegni uno, perché abbiamo distinto tra aziende con e senza ammortizzatori sociali. Quindi è già stata fatta questa scelta e imboccata questa strada: credo che si possa ulteriormente sviluppare guardando ai settori che hanno sofferto di più, ai quali credo sia utile dare un po’ di tempo, banalmente per non avere contemporaneamente una serie di crisi che si piazzano in un momento in cui la ripresa non si è pienamente consolidata. Questa è la riflessione da fare e che stiamo facendo”, ha spiegato Orlando.

 

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia