Pfizer assicura: “Dalla settimana prossima la fornitura del vaccino da parte di Pfizer tornerà a regime”. La società farmaceutica statunitense che produce il farmaco anti-covid – il primo approvato e distribuito nel Regno Unito, negli Stati Uniti, e in Europa, quindi in Italia – ha anche precisato che “dall’8 al 18 Gennaio sono state inviate le fiale previste dal piano di ordinazione, poi c’è stata la riduzione a causa del riadattamento del sito produttivo belga di Puurs. Con la decisione del Governo di somministrare 6 dosi anziché 5, Pfizer ha ridotto il numero di fiale, ma non di dosi previste, che resta lo stesso. Quello che sta accadendo è frutto di un fraintendimento nel conteggio delle dosi che non è il conteggio delle fiale”. Fine delle polemiche, forse, che avevano animato il fine settimana in Italia.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il commissario all’emergenza Domenico Arcuri avevano tuonato ripetutamente contro le cause farmaceutiche. A scatenare le polemiche, oltre ai ritardi di Pfizer – dovuti a lavori negli impianti in Belgio dell’azienda – ieri AstraZeneca ha annunciato che le prime forniture destinate all’Unione Europea subiranno dei tagli del 60% nel primo trimestre. Delle 80 milioni di dosi ne arriveranno solo 31. Il farmaco AstraZeneca dovrebbe essere approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) a fine gennaio, e quindi dall’Aifa italiana.

Roma quindi modifica il piano della campagna vaccinale. Le riduzioni di dosi comunicate da Pfizer e da AstraZeneca “faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione. Da domani le dosi a disposizione saranno utilizzate anzitutto per effettuare il richiamo nei tempi previsti a coloro che hanno già ricevuto la prima somministrazione, cioè soprattutto per gli operatori sanitari”, ha detto il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri a Domenica In su Rai1.

“Tra due settimane, se tutto va bene – ha aggiunto – avremo un mercato con i tre vaccini: il che significa riprendere con maggior forza, completare la vaccinazione per i medici e gli infermieri e cominciare con gli over 80″. “Questo tipo di rallentamento – ha continuato il viceministro – coinvolge tutta l’Europa e buona parte del mondo, ma confido che il ritardo possa essere colmato più avanti”. “Per ovviare ai problemi sulla linea produttiva servirebbe un accordo quadro a livello europeo – ha concluso Sileri – che consentisse di operare per conto terzi, realizzando una sinergia tra le compagnie oggi operative e altre realtà attualmente non impegnate nella produzione dei vaccini. Questo potrebbe aumentare in maniera incisiva la velocità di produzione”.

Pronti a ricorrere ai mezzi legali anche l’Unione Europea per far rispettare i contratti firmati con Pfizer, ha detto il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. “E’ evidente che, se i vaccini non ci sono, slitta di qualche settimana o mese l’immunità di gregge. Non dipende da noi ma dalle aziende che forniscono i vaccini”, ha spiegato il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia a SkyTg24 confermando che i richiami saranno “fatti e garantiti” ma che il piano va rimodulato “in base ai numeri ridotti”. “Pretendiamo che quei numeri siano ripristinati” e “se ci sono problemi produttivi” per i ritardi “devono spiegarceli” ma, “se i vaccini destinati all’Ue finiscono in altri continenti, è molto grave”. Pfizer ha fatto sapere che fornirà fino a 40 milioni di dosi per il programma Covax, destinato ai Paesi più poveri del mondo. Un piano supportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Antonio Lamorte

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