“L’ipotesi di sottopormi ad una ampia ed illimitata perizia psichiatrica da parte del Tribunale dimostra, per ciò che ho fatto nella vita in molteplici settori fra cui l’imprenditoria, lo sport e la politica, un evidente pregiudizio nei miei confronti e ben mi fa comprendere quale sarà anche l’esito finale di questo ingiusto processo“. Risponde così Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, alla richiesta del collegio della settima sezione penale, presieduta dal giudice Marco Tremolada, avanzata per riconoscergli il legittimo impedimento nell’ambito del processo Ruby ter in cui è imputato per corruzione in atti giudiziari con altre 28 persone.

Nella dichiarazione depositata oggi, giovedì 16 settembre, dai suoi legali, l’ex presidente del Consiglio, che da mesi è in condizioni di salute precarie, spiega che “non posso accettare questa decisione” aggiungendo che “si proceda, dunque, in mia assenza alla celebrazione di un processo” che definisce “ingiusto” e “che neppure sarebbe dovuto iniziare, nella consapevolezza che anche successivamente verrà riconosciuta la assoluta correttezza del mio comportamento e sarò assolto da ogni accusa”.

Proprio ieri pomeriggio i giudici hanno conferito l’incarico ad un collegio di periti, dopo aver disposto la perizia medico legale l’8 settembre a seguito di un’altra istanza di legittimo impedimento per motivi di salute da parte dell’ex premier. E hanno dato tempo agli esperti, fino al prossimo 5 novembre, per stabilire se le condizioni di salute, anche psichiche, di Silvio Berlusconi gli consentano o meno di partecipare al processo.

Perizia che adesso, dopo le dichiarazioni di Berlusconi, non si farà più perché sono venuti meno i presupposti per i quali i giudici della settima penale l’avevano decisa, ossia il legittimo impedimento presentato l’8 settembre. Ora il collegio dovrà fissare una nuova udienza ‘ravvicinata’ per andare avanti col dibattimento al posto di quella ‘lontana’ del 17 novembre in cui si sarebbe dovuto discutere sulla perizia, dopo il deposito.

Redazione

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