Salvini potrebbe avere un elemento di comunicazione in mano, presentandosi in piazza come “vittima”. Salvo sorprese la Lega infatti non ha i numeri, né in giunta, né in Aula – che dovrà esprimersi in ultima istanza – per bloccare il processo al suo Capitano.

L’esito del voto, numeri alla mano, parrebbe scontato. La relazione (contraria al processo) dovrebbe essere bocciata dell’organismo, formato da 10 rappresentanti del centrodestra e da 12 della maggioranza. Qualcuno però ha studiato bene Machiavelli. Il senatore Meinhard Durwalder, del gruppo per le Autonomie, potrebbe non partecipare: si tratterebbe di problemi personali.

Ma la sua potrebbe non essere l’unica defezione. Non è esclusa, secondo nostre fonti, l’ipotesi di disertare il voto in giunta da parte della maggioranza. Alchimie della politica: i favorevoli al processo per Salvini, potrebbero non presentarsi per votarlo. In caso di assenza dei 10 senatori di Pd, M5s e Italia Viva (oltre ai due del gruppo Misto, Pietro Grasso e Gregorio De Falco, anche loro pro-autorizzazione), vincerebbe il centrodestra dicendo “no” al processo. Un esito che tenta i giallorossi: il leader della Lega, a quel punto, non potrebbe dire di essere stato “condannato” dalla maggioranza, a una settimana dal voto in Emilia e Calabria.

E si regolerebbero i conti nella votazione, quella decisiva, in Aula a febbraio, quando la maggioranza – al gran completo, e passate le forche caudine dell’Emilia – voterà per il processo a Salvini.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.