La speranza si era riaccesa quando le unità cinofile avevano fiutato una traccia del corpo di Sara Pedri, la ginecologa 31enne di Forlì scomparsa nel nulla il 4 marzo 2021. Ma i tre giorni di massicce ricerche organizzate tra le acque del lago di Santa Giustina in Val di Non si sono concluse con un nulla di fatto. La famiglia Pedri non si dà pace: “Le ricerche non finiranno mai finché Sara non torna a casa. Non è una fine ma un inizio”, ha scritto su Facebook la sorella Emanuela.

I carabinieri subacquei di Genova hanno setacciato metro cubo per metro cubo di acqua con l’ausilio dei cani da ricerca della polizia di Monaco di Baviera specializzati nel riuscire a fiutare un corpo in acqua. Come riportato dal Corriere della Sera, dal gommone che ha circumnavigato il lago artificiale più grande del Trentino, hanno fiutato una traccia nell’ultimo quadrante nella zona centro sud del lago, attigua a quella del giorno prima, sotto la frazione di Banco.

Già in passato la zona era stata perlustrata con esito negativo ma appena i cani hanno fiutato la preziosa traccia i sommozzatori si sono tuffati e hanno cercato per ore senza esito. “Avevamo parlato di speranza ma anche di un miracolo – continua Emanuela Pedri nel post – Sapevamo che non sarebbe stato facile per due motivi fondamentali: l’ambiente avverso e il tempo passato. Nonostante la grande delusione di non averla trovata e portata a casa, siamo sempre stati realisti e consapevoli che poteva andare così”.

La task force di soccorritori altamente specializzati, che hanno operato con uno scanner sonar e attrezzature innovative, ce l’ha messa tutta per recuperare dopo 19 mesi il corpo di Sara Pedri, nonostante le difficoltà rese dalla profondità del bacino e dal fondo melmoso, con pochissima visibilità tanto che i sommozzatori dovevano nuotare con una tecnica speciale per non smuovere troppo il fondale. Dopo la scomparsa di Sara fu trovata la sua auto proprio vicino al Lago di Santa Giustina tristemente noto per i suicidi.

Nonostante le ricerche non siano andate a buon fine la famiglia Pedri continua a sperare: “Parlando ieri sera con il Comandante Maggiore Guido Quatrale che ringraziamo con tutto il cuore per l’impegno e la grande professionalità, ci siamo ripromessi che continuerà ad esserci una costante perlustrazione ed un’ attenzione speciale al lago per cercare Sara perché, a detta sua, ‘Sara è diventata come una loro figlia’ – continua Emanuela Pedri – Ringraziamo con commozione i cani dalla Germania, addestrati per la ricerca cadaveri in acqua, l’unità cinofila dei carabinieri di Bologna, specializzata nella ricerca di cadaveri in ambiente terrestre, il nucleo sub di Genova e i vigili del fuoco di zona tra Cles, Cagnò, Tassullo, Taio e Banco e tutti i volontari coinvolti nella ricerca”.

“Un ringraziamento speciale va al ‘mio capitano’ Guido Quatrale che ha coordinato le ricerche in maniera impeccabile senza tralasciare nulla e credendoci fino in fondo. Io e la mia famiglia ringraziamo sempre l’Associazione Penelope Italia Odv che è parte integrante di questa ricerca continua (sia quella fisica, che della verità), senza la quale nulla di tutto questo sarebbe potuto succedere. Un grandissimo grazie va a tutti voi che non ci avete mai abbandonato e avete reso l’attesa più dolce con pensieri e parole di sostegno e vicinanza”, conclude il post.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.