Speriamo che si possa recuperare il corpo”. Sono le parole di Emanuela Pedri, sorella della giovane dottoressa Sara Pedri, scomparsa da Cles, in Trentino, il 4 marzo del 2021. Sono in fase di organizzazione infatti nuove operazioni di ricerca della ginecologa di Forlì, che dovrebbero avvenire nelle prossime settimane: l’area interessata è quella del lago di Santa Giustina, con l’impiego di subacquei e cani molecolari specializzati nelle ricerche in acqua.

Durante le prime fasi di ricerca dopo la scomparsa della giovane dottoressa 32enne, i carabinieri avevano individuato l’auto di Sara in sosta in un parcheggio a pochi passi dal ponte di Mostizzolo, da cui in passato diverse persone si erano gettate nel torrente sottostante.

L’area in cui verranno concentrate le ricerche era già stata setacciata nel maggio scorso, in quel caso senza esiti positivi. Le speranza di ritrovarla viva sono ormai nulle, ma per la famiglia sarebbe importante poter recuperare il corpo, porre fine alle ai tanti mesi di sofferenza e garantire una degna sepoltura a Sara.

Non abbiamo una data, ma sappiamo che stanno organizzando un’altra operazione ricerca”, ha spiegato la sorella al quotidiano l’Adige. La zona delle operazioni è stata circoscritta dai cani di ricerca, che per dodici volte hanno fiutato una traccia in una parte specifica del lago. Intanto domani, sabato 27 agosto, il teatro parrocchiale di Tuenno, in Trentino, ospiterà una serata di musica e poesia in ricordo della ginecologa Sara Pedri (ore 21). All’iniziativa, intitolata “Il nostro abbraccio a Sara”, parteciperà tutta la famiglia della giovane dottoressa di cui non si hanno notizie da un anno e mezzo.

Sara è scomparsa dopo essersi dimessa dall’incarico ricevuto in novembre dall’azienda sanitaria trentina presso l’ospedale Santa Chiara di Trento. Da quel 4 marzo, giorno della scomparsa di Sara, le ricerche per trovare il corpo della giovane donna non si sono più fermate e le indagini, ancora in corso, hanno dato contemporaneamente il via a quello sul clima di presunte vessazioni all’interno del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale.

La mattina del 4 marzo Sara spegne il telefono, imbocca con la sua auto la strada dall’appartamento di Cles al Ponte di Mostizzolo, la parcheggia. Scende e percorre a piedi un tratto di strada. I suoi passi si fermano di fronte a un dirupo vertiginoso, sotto cui scorre il torrente Noce. Intorno alle 13, da Forlì, la sorella Emanuela ne segnala la scomparsa alle forze dell’ordine. “Sara ha cominciato a sentirsi incapace a causa dei trattamenti e del clima sul posto di lavoro. In poco più di tre mesi si è ammalata. Voleva liberarsi da quel male che l’affliggeva”, ha sempre sostenuto la sorella Emanuela Pedri. Della sofferenza vissuta in reparto resta testimonianza nei tanti messaggi scambiati dalla ginecologa con amici e parenti, a cui diceva: “Sono una morta che cammina. Questa volta non ce la farò”.

Redazione

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