Il “Sistema” delle nomine by Luca Palamara è sempre in ottima forma. A dirlo è un magistrato al di sopra di ogni sospetto: il pm antimafia Nino Di Matteo. Chi pensava che fatto fuori l’ex zar degli incarichi il Consiglio superiore della magistratura avesse cambiato registro ha, dunque, fatto male i suoi conti. La conferma è venuta questa settimana con la nomina del procuratore aggiunto di Roma, posto lasciato libero da Michele Prestipino, promosso procuratore lo scorso anno. La rosa dei candidati si era ristretta ai pm romani Nicola Maiorano e Sergio Colaiocco, entrambi con un passato nella corrente di Palamara. Sulla carta Maiorano aveva più titoli, oltre a una maggiore anzianità di servizio. La Commissione per gli incarichi direttivi, però, gli aveva preferito lo sfidante. Prima del voto finale che premierà Colaiocco prende la parola Di Matteo ricordando che dalle «varie chat del dottor Palamara, che sono un patrimonio conoscitivo di questo Consiglio, emerge una situazione purtroppo emblematica tipica, a mio avviso, di una degenerazione del sistema correntizio e di una patologia di certe prassi consiliari».

Di Matteo si riferisce a un modus operandi tutto particolare: «Le domande per partecipare a un incarico direttivo vengono troppo spesso presentate, coltivate e, se del caso, revocate anche in extremis dopo la proposta della Commissione e pochi giorni prima della delibera assembleare su indicazione al candidato del Consigliere, normalmente della corrente alla quale appartiene o aderisce il candidato e magari queste indicazioni possono anche risentire di analisi relative a situazioni più allargate, ad accordi più o complessivi». «Il candidato che aderisce a questo sistema, per me assolutamente patologico, e a questo schema, sa che prima o poi verrà ricompensato quanto meno conta prima o poi di essere ricompensato», ricorda Di Matteo. Ma a cosa si riferiva il pm antimafia? Lo spiega nel successivo intervento il laico in quota M5s Filippo Donati: «La situazione è molto chiara, c’è Luca Palamara che dice, consiglia il Colaiocco di ritirarsi da un concorso e lui si ritira, si ritira!». «Ecco questi sono dei fatti che ci ha riferito il consigliere Di Matteo. Perché si ritira? Perché? Per quali motivi? Vuol dire che fa parte o meglio confida che un certo sistema possa… io credo che il comportamento di chi, dietro indicazioni, si ritira da questo stesso concorso oggi di cui si discute, sia un qualcosa oggettivamente, diciamo non bellissimo, ecco non da approvare per chi dice di voler cambiar corso».

Per capire cosa sia successo è necessario tornare al 2017, quando, per l’altro posto di aggiunto a Roma, Colaiocco aveva come competitor Giuseppe Cascini, attuale componente del Csm. Alla vigilia del voto, il 6 settembre di quell’anno, Colaiocco scrive a Palamara: «Ho parlato con Pignatone, domattina ti aggiorno». «Ho nuovamente rifiutato – prosegue – con decisione profferte Mi (Magistratura indipendente, ndr) ma loro insistono che mi vogliono indicare». E poi: «Io nella sostanza mi rimetto a te … anche se sono perplesso se revocare proprio … datemi 48 ore per farlo con serenità… adesso non me la sento … mi spiace». Palamara risponde seccato: «Sergio questo è lo scenario che già conoscevo e di cui abbiamo parlato ieri perché serve solo a creare contrapposizione però decidi ovviamente tu un abbraccio». Io sono fermissimo nel chiedergli (ai togati di Mi, ndr) di non strumentalizzarmi», lo tranquillizza Colaiocco.

Passa un giorno e Colaiocco torna a farsi vivo con Palamara: «Dopo la notte in bianco e dopo aver fatto una pennica ristoratrice sono di nuovo lucido ( o quasi) … quando hai un attimo chiamami così mi dici se è meglio che comunque revochi anche se la commissione già c’è stata… se poi vuoi passo da te e parliamo a voce con più calma». Colaiocco sarà di parola e revocherà fuori tempo massimo la domanda per procuratore aggiunto, spianando così la strada a Cascini. Dopo qualche mese Colaiocco torna a farsi vivo con Palamara: «Una domanda secca: ma il posto di aggiunto lo fate pubblicare dal prossimo Consiglio?». Palamara risponde: «Oggi rifacciamo punto su tutto ci vediamo mercoledì o giovedì per caffè?». «Ok fammi sapere …sono un po’ depresso sono 6 mesi che aspetto», replica Colaiocco.
«Troviamo quadra stai tranquillo», prosegue Palamara. La quadra per Colaiocco è finalmente arrivata questa settimana. A votare per lui anche Cascini.