Un’Italia spaccata in due, anche ai tempi dell’emergenza Coronavirus. L’eterna lotta tra Guelfi e Ghibellini si traduce questa volta nel confronto a distanza tra Franco Locatelli e Giovanni Toti, il primo presidente del Consiglio superiore di sanità, il secondo governatore di centrodestra della Regione Liguria.

Un confronto a distanza su come e quando riaprire il Paese, la tanto attesa ‘Fase 2’ che il Governo ha affidato al comitato presieduto dal manager ex Vodafone Giovanni Colao e ai suoi 17 esperti.

Per Locatelli, intervenuto domenica sera a ‘Che tempo che fa’ su Rai2, si dovrebbe fare una “riflessione per posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno”, Il presidente del CSS ha sottolineato come la sua fosse un’opinione personale e che la decisione finale “spetta al Governo”, ma non ha mancato di esporre la sua “preoccupazione”. Perché “se si abbandonano i comportamenti individuali che ci hanno portato a limitare il numero dei ricoverati e ridurre il numero dei morti. Se chiudere le attività produttive e attuare il distanziamento sociale e la limitazione delle libertà personali è stato doloroso, riaprire senza che il Paese torni nell’emergenza è un’operazione delicata”.

Di tutt’altra opinione è invece Giovanni Toti, che oggi terrà un vertice “tecnici e gli assessori competenti per parlare del decreto-ordinanza che colmi alcune lacune del provvedimento governativo che prolunga il lockdown fino al 3 maggio”. Per il leader di ‘Cambiamo’ è infatti “imbarazzanteil blocco di alcuni cantieri strategici, come quello “della fibra ottica”. Inoltre la Liguria permetterà la manutenzione degli stabilimenti balneari e la silvicoltura.  

Vorrei prendere alcune aziende pilota che magari sono già pronte in Liguria, d’intesa con i sindacati ed l’Agenzia per la sanità per fare alcune sperimentazioni su come si potrà tornare sul posto di lavoro”, ha detto Toti.

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