A venti giorni dalle urne abbiamo incontrato il professor Carlo Cottarelli, candidato con +Europa in Lombardia e Cremona. Uno dei protagonisti indiscussi di questa campagna elettorale.

Lei è un tecnico molto apprezzato per l’indipendenza del suo giudizio. Questa volta però ha rotto gli indugi indossando la maglia del Partito Democratico. 

Si, sono stato sponsorizzato dal Pd e da +Europa. Quindi mi sembrava il momento giusto di smettere di commentare soltanto. Questo è il momento di fare qualcosa concretamente.

Professore, le dispiace di non aver tenuto insieme Azione di Calenda oppure Italia viva di Renzi? 

Si mi è spiaciuto perché in questo momento, vista la legge elettorale, c’è un vantaggio a correre insieme poi ognuno fa le proprie scelte che sono legittime. Anche nel centrodestra ci sono enormi differenze, tipo il dibattito tra Salvini e Meloni sulle sanzioni alla Russia. Grosse differenze nel centrodestra anche sull’applicazione della Flat Tax eppure si è riusciti a creare un fronte unico per presentarsi insieme alle elezioni.

Lei in questa compagine del centrosinistra rappresenta l’ala più liberale. Cosa ci può dire in merito alle proposte per un fisco più equo? 

Credo che la priorità sia quella di semplificare. Già non è bello pagare le tasse, se poi lo rendiamo anche complicato è ancora peggio. Vanno evitati i condoni fiscali  che sono un premio per chi non ha pagato. In tutti i sistemi fiscali del mondo ci sono delle procedure da seguire per chi non ha pagato perché non ne aveva la possibilità. Ma una cosa generalizzata è sbagliata. Il Partito Democratico per quanto riguarda il livello delle tassazioni ha una forte detassazione che vale tra i 15/20 miliardi della tassazione sul lavoro, del cuneo fiscale, che è uno dei principali problemi del sistema fiscale italiano. Nel nostro Paese, il cuneo fiscale che incide sulla nostra competitività, è più elevato degli altri Stati.

E della Flat Tax di Salvini che cosa pensa? 

Costosa e ingiusta. Si parla di decine di miliardi di euro che potrebbero essere utilizzati per altre cose. Poi è ingiusto perché più sei ricco e più ti tagliano le tasse e questo non mi sembra sensato in questo momento. Io sono per la progressività. In questo momento con un problema di distribuzione del reddito andare a ridurre la progressività non mi sembra corretto.

Proprio Salvini a Cernobbio ha rilanciato l’idea di trasferire a Milano qualche Ministero, a partire da quello dell’Innovazione. Il sindaco Sala sembra favorevole. Lei cosa ne pensa? 

Si può considerare l’idea. Ma vediamo come viene presa questa idea dai suoi stessi alleati di coalizione.

Lei è stato anche direttore del dipartimento del Fondo Monetario Internazionale.  Secondo lei è giustificato l’allarme su un possibile governo di centrodestra. C’è chi dice che rischieremmo grosso dal punto di vista dei conti. 

Qualche preoccupazione c’è. Questo è uno dei motivi per cui ho deciso di candidarmi. Dipende da quello che fanno. Non credo ci sia un’avversione a priori dei mercati finanziari nei confronti del centrodestra. Nemmeno nel 2018 c’è stata una reazione negativa, quando hanno vinto i giallo-verdi che sembrava avessero un programma che avrebbe potuto antagonizzare i mercati finanziari.

Per concludere le chiedo una sua considerazione generale su questa campagna elettorale che è la prima che la vede candidato e schierato per un partito. La immaginava così? Proposte, promesse demagogiche di regali e bonus.

Avendo visto quella del 2018 credo che ci possa essere anche di peggio rispetto a questa campagna elettorale.

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