I dati
Sondaggio Ixè, la “lista Conte” vale più del M5S. Solo FdI non risente del partito del premier

Chi sarebbe il più danneggiato dalla nascita di un’eventuale “lista Conte”? Se il presidente del Consiglio dimissionario decidesse di correre per contro proprio, avrebbe dalla sua parte il 13,5% dell’elettorato. Questo secondo un sondaggio Ixè dell’Osservatorio Politico Nazionale, che ha interrogato la popolazione sulle intenzioni di voto con o senza un organo politico facente capo all’avvocato del popolo. La Lega si confermerebbe primo partito italiano, passando però dal 23,2% al 21,5%. Al secondo posto il Partito democratico, che scenderebbe però sotto quota 20 punti passando dagli attuali 20,6% al 18%. A perdere meno consensi di tutti sul podio sarebbe Fratelli d’Italia, partito che più di altri si è distaccato dal governo Conte sia nella sua versione “giallorossa” sia nella sua prima edizione “gialloverde”, quando condivideva le poltrone con la Lega. Il movimento di Giorgia Meloni farebbe registrare “soltanto” un -1%, scendendo dal 15,8% al 14,8%.
Discorso diverso invece per il Movimento 5 Stelle, che continua nella sua caduta libera e si attesta adesso al 15,4% di popolarità ma che verrebbe smembrato dalla nascita di una “lista Conte” perdendo un terzo dei suoi elettori e arrivando al 10,4%. Un eventuale partito cucito attorno al presidente del Consiglio uscente godrebbe quindi del 2,9% in più dei consensi rispetto al soggetto politico dal quale è fuoriuscito.
Dato che scombinerebbe le carte in un’eventuale proiezione di seggi alla Camera e al Senato, elaborata sempre da Ixè. Una coalizione che tenga dentro gli alleati di centrosinistra che si sono dichiarati favorevoli a un Conte-Ter (Pd, M5S, LeU e altri) occuperebbe – insieme alla “lista Conte” – 189 posti a Montecitorio e 95 a Palazzo Madama. Di contro, però, le forze più avverse al premier dimissionario (Italia Viva, Azione, +Europa) andrebbero a formare un blocco di 17 deputati e 8 senatori che consegnerebbe la maggioranza relativa al centrodestra compatto (Lega, Fi, Fdi) in entrambi i rami del Parlamento, con 194 seggi alla Camera e 97 al Senato.
Un sistema bipartito con il Movimento 5 Stelle inglobato nel centrosinistra allargato vedrebbe invece quest’ultimo ottenere di un soffio la maggioranza a Montecitorio (201 deputati contro 199 del centrodestra) e un margine leggermente più largo a Palazzo Madama (103 senatori contro 97).
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