Il titolo più ficcante lo fa Dagospia, parlando di “corrente talebana” nel Partito Democratico. In effetti in casa Dem è scoppiato un putiferio dopo l’intervista rilasciata al quotidiano Il Tirreno da Nura Musse Ali, avvocata e componente della commissione Pari Opportunità della Regione Toscana, che al giornale si è detta “favore della presa del potere da parte dei fondamentalisti in Afghanistan”.

Nata in Somalia e da oltre vent’anni in Italia, la 35enne Nura Musse Ali chiarisce di non condividere “il modus operandi” del movimento islamico, ma di ritenere che “stiamo vivendo fosse una tappa obbligata della storia”.

Nel colloquio con Il Tirreno il membro in quota Pd della commissione Pari opportunità della Regione Toscana aggiunge quindi che in Afghanistan i fondamentalisti “rappresentano la maggioranza e gli occidentali sono visti dalla maggior parte dei cittadini come potenze straniere che non hanno cittadinanza su quel suolo. Quindi non solo è ovvio che non abbia attecchito il tentativo di importare la democrazia, ma anzi che abbia peggiorato la situazione sotto il profilo geografico, essendo stato il Paese teatro di guerra, e quello umano. Non solo sono state perse molte vite, ma chi è rimasto è comprensibilmente arrabbiato con il governo afgano e chi lo ha appoggiato facendolo durare troppo a lungo”.

Una posizione che ha fatto sussultare dalle sedie i vertici del Pd, toscano e nazionale. Le altre componenti Dem della Commissione si sono immediatamente dissociate: “L’intervento è stato a titolo personale e ci dissociamo dalle frasi sull’appoggio al regime talebano”, costringendo anche il partito romano a prendere le distanze e a chiederne le dimissioni. “Le parole di Nura Musse Ali non rappresentano il pensiero del Pd, che si batte da sempre affinché sia riconosciuto il ruolo delle donne, in Italia come nel mondo. Per questo, nel dissociarci dalle sue parole e nel ribadire la nostra contrarietà verso ogni regime che azzera la dignità delle persone, chiediamo che si dimetta”, ha affermato in una nota Enrico Borghi, della segreteria nazionale del partito.

L’intervista di Nura Musse Ali è stata anche una occasione ghiotta per Matteo Salvini di tornare a sparare contro il PD, in eterna polemica col suo segretario Enrico Letta. “Come si può sostenere un regime guidato da criminali che ammazzano, stuprano, torturano e chiudono in casa le donne? Siamo sicuri che Letta e Giani prenderanno le distanze, perché l’apologia dell’islam radicale è incompatibile con la nostra democrazia”, ha scritto su Twitter il leader del Carroccio.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia