Torniamo in spiaggia. Torniamo a Posillipo, al Lido delle Monache per cercare (non senza fatica) di fare chiarezza sulla gestione di quel lembo di terra per ora abbandonato a sé stesso. Facciamo un riassunto delle puntate precedenti. Il Lido delle Monache dovrebbe essere gestito dal Comune di Napoli, così ha stabilito l’Autorità Portuale che se n’è lavata le mani, rimettendo tutti i doveri e le responsabilità all’amministrazione comunale. Quest’ultima ha sottoscritto con l’Autorità Portuale e con il Bagno Sirena, dato in concessione a un gestore privato, un protocollo d’intesa.

In sostanza il protocollo d’intesa prevede l’uso della spiaggia libera, prevedendo l’utilizzo dei servizi igienici e sanitari di proprietà del Lido Sirena. Ovvero, gli avventori della spiaggia libera (è consentito l’ingresso a un massimo di 400 persone) dovranno usufruire di bagni e docce del lido Sirena. Il Comune si impegna autonomamente solo a ripulire la spiaggia dai rifiuti. Ora, resistono varie questioni, due su tutte: la sicurezza e il sussistere di condizioni igienico sanitarie in linea con il rispetto dell’ambiente e con i diritti dei cittadini. Se per la sicurezza pare si sia trovata una soluzione che vede impegnati prefettura, Polizia Municipale e Capitaneria di Porto, lo stesso non può dirsi per la quesitone igienico- sanitaria. Chi controlla che tutto sia in ordine e che sia garantita una condizione igienico – sanitaria accettabile? Lo abbiamo chiesto direttamente All’Asl.

“Il Dipartimento Prevenzione dell’Asl ogni anno rinnova le autorizzazioni sanitarie ai lidi privati, ovvero verifica se vengono rispettati i requisiti igienico-sanitari previsti dalla legge – spiega Lucia Marino, responsabile del Dipartimento Prevenzione dell’Asl Napoli 1 – Ovvero la presenza del bagnino, dei servizi igienici, delle cassette di primo soccorso, le verifiche alimentari in presenza di una buvette (Dia-Scia). Negli ultimi due anni abbiamo verificato anche il rispetto dei protocolli Covid previsti dai vari decreti governativi, a partire dal distanziamento dei lettini. I controlli – aggiunge – li stiamo effettuando in queste settimane e i lidi hanno uno spazio specifico e delimitato all’interno del quale devo rientrare, anche con la disposizione dei lettini. Poi è la polizia municipale che fa i controlli”. Quindi, il Lido delle Monache chi deve controllarlo? “Non effettuiamo controlli invece sulle spiagge libere perché non è previsto il rilascio di autorizzazioni sanitarie a differenza dei lidi privati – chiarisce Marino – Interveniamo in caso di esposti per verifiche di carattere igienico-sanitarie e dove c’è il divieto di balneazione per accertamenti su arenile e mare”.

A questo punto sorge spontanea una domanda: il Comune di Napoli, nella persona dell’assessore al mare e all’ambiente Paolo Mancuso, ha informato l’Asl che gli stessi bagni (del Lido Sirena) per i quali hanno rilasciato la licenza saranno utilizzati non più da quel numero di persone e che a quel numero vanno aggiunte circa 400 persone? Il Comune ha informato l’Asl di un afflusso superiore e quindi del protocollo d’intesa sottoscritto con lo stabilimento privato? Se l’Asl non è stata informata del numero effettivo di avventori che utilizzeranno quei servizi, i servizi attuali del Sirena oggi sono idonei a garantire le condizioni igienico-sanitarie? Sono tutte domande alle quali qualcuno dovrà rispondere, perché altrimenti il protocollo d’intesa che è di per sé un disciplinare atipico non potrebbe trovare un’attuazione. Perché è vero che l’Asl controlla i lidi privati ma è anche vero che in questo caso il controllo non può prescindere dal protocollo d’intesa.

Perché è inverosimile che un’autorizzazione data per l’utilizzo dei servizi da parte di, per esempio, 200 persone sia valida anche per 600 persone. Più verosimile pensare che il Comune dovrà intervenire installando dei bagni chimici o pagando dei lavori per realizzarli all’interno del Bagno Sirena. Altrimenti è tutto approssimativo, altrimenti è tutto a danno dei cittadini. E non solo, non dimentichiamo che il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi è responsabile in prima persona dell’ambiente e delle questioni sanitarie a esso connesse sul piano civile, penale ed erariale. Siamo in fase di rinnovi, sarebbe bene, questa volta, farli con cognizione di causa.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.