A voler cercare di capire le dinamiche di gestione delle spiagge cittadine si rischia di annegare in un mare di confusione o di restare arenati nelle sabbie, questa volta mobili, di cavilli burocratici, carte tutt’altro che cristalline e rimbalzi di responsabilità. Al centro dell’attenzione il Lido delle Monache salito nuovamente agli onori della cronaca per la rissa a colpi di casco andata in scena lo scorso fine settimana. Bene, quel lido è in concessione al Comune? No. O almeno, non è proprio così. Ha cercato di fare chiarezza l’Autorità di sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, guidata dal presidente Andrea Annunziata. Il comune ha stipulato con l’Autorità portuale e con il Lido Sirena un protocollo d’intesa, ben diverso quindi da un atto di concessione, nel suddetto documento “atipico”. Palazzo San Giacomo si impegna a contingentare gli ingressi alla spiaggia libera delle Monache (per un massimo di 400 persone) e a fornire docce e servizi igienici.

Come? Con il supporto del Lido Sirena. Cioè i bagnanti del Lido delle Monache dovrebbero usufruire gratuitamente dei servizi del lido accanto. In poche parole il Comune da solo non fa niente. Anzi, l’unica cosa che dovrebbe fare in totale autonomia è pulire la spiaggia, rimuovere i rifiuti di ogni genere che vengono lasciati lì un giorno sì e l’altro pure. Questo succede anche perché non ci sono cestini disponibili. Ma anche in questo caso, stando all’accordo, gli avventori del Lido delle Monache dovrebbero utilizzare quelli messi a disposizione dal Sirena. Ora, tutte queste belle attività sono in capo a uno stabilimento che naviga tra gli abusi. A partire dalla pedana in legno che è stata sequestrata e che hanno dovuto smontare, passando per le licenze per la ristorazione, fino a quelle per la balneazione che in una situazione del genere non dovrebbero essere proprio concesse dall’Autorità portuale. «Siamo garantisti – spiega il presidente Annunziata – se saranno certificati gli abusi, allora interverremo con la revoca delle concessioni». Le carte ci sono già, da ben cinque anni il fascicolo giudiziario è nelle mani di Tribunale e Procura.

Chi legge questo giornale, sa che non c’è nessuno più garantista di noi, lo siamo ancora di più quando ci sediamo accanto ai cittadini. Annunziata, poi precisa che «A Napoli c’è una situazione anomala, perché l’Autorità portuale deve gestire i porti, non i litorali». Se il Comune non rispetta il protocollo d’intesa l’autorità Portuale interviene? «No – risponde l’Autorità Portuale – perché l’obbligo è passato al Comune. Non abbiamo un potere sostitutivo». Se il Comune viene meno ai suoi obblighi, l’Autorità Portuale, non potendo revocare la concessione perché non c’è una concessione, scioglie il protocollo d’intesa? No, perché secondo l’Autorità Portuale, non è più compito loro verificare che tutto vada bene. Resiste, però, un problema di sicurezza e quindi di responsabilità. Il Comune, nella persona dell’assessore al mare Paolo Mancuso ha spiegato al Riformista che la sicurezza non è di loro competenza «Noi non ci occupiamo della sicurezza delle spiagge, ci occupiamo solo delle spiagge».

E allora gli avevamo chiesto se fosse possibile chiedere supporto alla Capitaneria di Porto. «Il problema è che loro non hanno compiti giudiziari sulla terra né sui lidi. Non si occupano di ordine pubblico e quindi è difficile richiedere un intervento di questo genere». L’Autorità portuale invece sostiene che: «È proprio la capitaneria di porto che deve occuparsi della sicurezza delle spiagge o chiunque ha compiti di polizia giudiziaria». Se un residente riferisce che la spiaggia delle Monache è sporca, fanno risse, e vige l’anarchia? Devono intervenire le forze dell’ordine o il Comune visto che la gestiscono loro, risponde l’Autorità Portuale. Dicevamo, parecchie righe più su: fare chiarezza. Ma di chiaro c’è molto poco. Si approda a un detto: quando la colpa non è di nessuno, allora è di tutti.

«Non è chiara la natura giuridica del rapporto esistente tra il Comune di Napoli e la Autorità di Sistema Portuale, in quanto il “protocollo” sottoscritto nel 2021 non è riferibile al genus delle concessioni demaniali disciplinate dal codice della navigazione – spiega l’avvocato Domenico Laudadio – Peraltro, il protocollo di intesa vigente per il 2021 non disciplina aspetti fondamentali relativi alla sicura fruizione della spiaggia, ossia la sicurezza dei bagnanti e le operazioni di salvamento. Pertanto, all’attualità, non è chiaro – né desumibile dal protocollo del 2021 – chi sia il soggetto competente ad intervenire e quindi responsabile in caso di sinistro avvenuto sul lido delle Monache (sia esso un infortunio o un malore in acqua). La Corte di Cassazione, per parte sua, ha da sempre chiarito che nell’ambito delle concessioni demaniali (si badi e non di “protocolli di intesa” non definiti nei contenuti) tali responsabilità siano in capo al soggetto titolare della concessione, in quanto effettivo detentore del bene. Ma nel caso del protocollo di intesa sottoscritto tra le parti, chi è il detentore del bene demaniale? «Il testo dell’accordo non reca alcuna indicazione in merito – conclude Laudadio – sicché sarebbe possibile affermare che sussista la responsabilità di tutti i soggetti istituzionali firmatari del protocollo di intesa (in ordine prioritario Autorità di Sistema Portuale, Comune e Lido Sirena)».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.