Quando si parla di startup, di innovazione e sviluppo, a ragion veduta si pensa subito a Milano, la città dal respiro internazionale per eccellenza. Nonostante il capoluogo lombardo registri numeri da capogiro in relazione alla nascita di nuove imprese e il Sud risulti essere ancora indietro, c’è una sorpresa: la Campania è la terza regione d’Italia per numero di startup, e la prima tra le regioni del Mezzogiorno. Anche Napoli raggiunge un’ottima posizione: è la terza città del Paese per numero di imprese innovative.
Secondo il rapporto Unioncamere, al termine del primo trimestre 2021, in Italia il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del registro delle imprese è pari a 12.561, in aumento di 662 unità (+5,6%) rispetto al trimestre precedente. Guardando ai numeri, la Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: 3.375, pari al 26,9% del totale nazionale. Seguono il Lazio (1.443, 11,5% del totale), mentre dietro ci sono la Campania con 1.115 startup (8,9%) e il Veneto (1.034, 8,2% del totale nazionale), uniche altre regioni a superare quota mille. A breve distanza figura l’Emilia-Romagna con 985 startup (7,8%), seguita dal Piemonte con 699 (5,6%). In coda la Basilicata con 124 (1%), il Molise con 77 (0,6%) e la Valle d’Aosta con 19 (0,2%) startup innovative.

«È vero che c’è una distanza enorme tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia, ma la Campania e Napoli sono esempi virtuosi di imprese innovative – spiega Massimo Varrone, responsabile operativo di Campania New Steel, incubatore di startup innovative – Certo, se viene fatto con Milano che gioca una partita a sé, il confronto è impietoso». Il capoluogo lombardo, infatti, individua la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: alla fine del primo trimestre del 2021 erano 2.363, il 18,8% del totale nazionale. Al secondo posto compare Roma, l’unica provincia che sfonda quota mille (1.286 startup, 10,2% nazionale). Subito dopo, al terzo posto, figura Napoli con 565 pari al 4,5% del totale nazionale; a seguire Torino (453, 3,6%) e Bologna (325, 2,6%). La top-10 è completata da Padova, Bari, Bergamo, Brescia e Salerno. Il record negativo spetta ad Asti, dove sono localizzate solo cinque startup innovative.

Pesa sul Mezzogiorno l’assenza di incubatori certificati, cioè di quelle sono società che offrono servizi a sostegno delle startup innovative e che beneficiano di agevolazioni con l’iscrizione nella sezione speciale del registro delle imprese. «Infocamere ha mappato anche gli incubatori certificati e qui il Sud perde molto: su 45 incubatori presenti in Italia solo cinque sono al Centro o al Sud – afferma Varrone – Nonostante ciò la Campania, quanto a startup, è la regione trainante nel Mezzogiorno». L’attrattività del nostro territorio è dimostrata anche dagli insediamenti dei big player, cioè di quei grandi protagonisti dell’economia internazionale che hanno scelto la Campania per le loro sedi. «Recentemente Ferrovie dello Stato ha realizzato un hub a San Giovanni a Teduccio – sottolinea Varrone – E si tratta del primo dopo quello di Roma Termini. Poi c’è l’accademia dedicata al 5G, dove sono concentrati una serie di big player molto noti, da Nokia a Tim. Infine la Apple Accademy che è ormai una realtà di successo consolidata».

La Campania, che solitamente si è abituati a vedere in fondo alle classifiche che raccontano di crescita e sviluppo, ha messo in atto un processo virtuoso che oggi la vede affrontare una crescita importante. «Oggi tutte le forze che spingono verso l’affermazione della Regione vanno nella stessa direzione – spiega Varrone – Basta guardare l’Unione Industriali che ha creato il Digital innovation hub o l’università Federico II, realtà affermata sia dal punto di vista del trasferimento di competenze tipiche sia di innovazione: la Apple Academy è considerata una best practice da tutta Italia». È fantascienza pensare che, in futuro, Napoli possa competere con Milano? «Napoli non sarà mai come Milano – conclude Varrone – ma il gap può essere contenuto perché operiamo su un territorio “vergine”. In Campania i tassi di crescita sono probabilmente superiori a quelli della Lombardia dove tutto è già stato fatto».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.