Storia e crisi
Storia del crollo del 1929, la più grave crisi economica di sempre

Roosevelt adotto persino, pur di spargere dollari e mantenere in vita i disoccupati, pittori astrattisti di strada che non vendevano una tela come Jackson Pollock o Mark Rothko e li mise a stipendio rendendoli visibili a Michel Duchamp che li portava a Peggy Guggenheim e poi al successo mondiale. Fu la risposta sociale per battere la povertà e la criminalità. Affidò l’oscuro Fbi al micidiale Edgar Hoover per far fuori a colpi di mitra tutti i gangster o sbatterli in galera per evasione fiscale Al Capone e chiuse l’odiosa pagina del proibizionismo che avrebbe dovuto rendere gli State “dry”, asciutti dall’alcool e che invece li rese dipendenti dal crimine organizzato.
Il proibizionismo tuttavia era sta una pagina gloriosa del femminismo americano essendo nato per impulso delle mogli dei minatori di origine irlandese che il sabato sera spendevano la paga ubriacandosi e andando a puttane per portare in casa povertà e violenza. Le donne avevo organizzato raid per incendiare i pub, avevano pagato poliziotti e avvocati per farsi difendere e poi molti politici avevano fiutato un elettorato femminile ma era finita male. Uno dei più sfrontati contrabbandieri di whisky fu Joseph P. Kennedy, padre del futuro presidente JFK ucciso nel 1963 e di Bob ucciso nel 1968, nel biennio 1938-40 quando fu ambasciatore americano a Londra dove sperava di scongiurare l’intervento americano senza fare mistero dei suoi sentimenti pro-Hitler e una buona dose di antisemitismo.
Anche lui fu scelto dal presidente Roosevelt come uno dei saggi cui affidare la riscrittura delle regole della Borsa americana crollata in un solo giorno, dopo averlo enormemente arricchito fondando la fortuna economica della famiglia irlandese. Il 1929, inteso come l’anno del crollo finanziario e delle banche, è l’anno da cui si fa partire la grande depressione che con la cura di Roosevelt portò gradualmente l’America quasi fuori dalla crisi, che seguito a produrre danni nel resto del mondo.
Dalla depressione, gli Stati Uniti uscirono come fornitori di armi alla Gran Bretagna di Winston Churchill, con la legge “Depositi e Prestiti” con cui di fatto Londra accettava di farsi smontare l’impero dagli americani a guerra finita, come poi avvenne. Ma gli Stati Uniti e lo stesso Roosevelt – che abbondava di tonanti minacce contro la Germania – non avevano alcuna intenzione di farsi coinvolgere nel conflitto, che era estremamente impopolare proprio fra gli strati più poveri degli Stati Uniti, formati da irlandesi, tedeschi e afroamericani.
Ma lo sforzo per riconvertire le catene di montaggio inventate da Henry Ford (“Tutti gli americani hanno diritto a guidare una Ford e a sceglierne il colore, purché sia il nero”) in nastri per carri armati, aerei e bombe, pagò in termini di occupazione con un boom senza precedenti. E, quanto a boom, quando i soldati tornarono a casa nel 1945-46 si ebbe la colossale nascita di baby che formarono la generazione dei babyboomer, la generazione che non hai mai conosciuto depressioni economiche ma cui non fu risparmiata una lunga e disgraziata guerra come quella del Vietnam, ma questa è un’altra storia.
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