Sono almeno 157 le vittime della doppia esplosione che martedì scorso, 4 agosto, ha distrutto l’area portuale di Beirut. Cinquemila i feriti tra cui si registrano almeno dieci italiani.

Tra le vittime c’è anche una donna italiana, Maria Pia Livadiotti, nata nella capitale libanese nel 1928 e iscritta al registro anagrafico di Roma dei cittadini residenti all’estero.

E’ morta a 92 anni mentre si trovava in casa, probabilmente a causa di un trauma cranico dovuto alla forza d’urto dell’esplosione. A ritrovare il corpo senza vita della donna, vedova di Lutfallah Abi Sleiman, medico di fiducia dell’ambasciata d’Italia a Beirut, è stato il figlio al suo ritorno a casa.

Tra le storie delle numerose vittime di una tragedia, le cui cause sono tutte da chiarire, c’è quella di una famiglia siriana composta da una madre e dai suoi quattro figli, tutti morti a poche ore dall’imbarco su un volo diretto in Germania dove ad attenderli c’era il marito e padre dei bambini.

La mamma e i suoi piccoli, in fuga dalla guerra in Siria, erano arrivati nei giorni scorsi a Beirut e alloggiavano in una pensione non lontano dal porto. L’esplosione ha divelto le pareti e le finestre della loro stanza e, secondo le fonti, sono tutti morti sul colpo.

 

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