Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, ha seguito in questi anni le vicende giudiziarie palermitane. Ha seguito anche il processo “stato-mafia” e ora lo commenta con grande sobrietà e con poche parole. In parte con una brevissima intervista all’AdnKronos, in parte con una dichiarazione al Riformista.

“Io non li ho mai assolti gli ufficiali dei Carabinieri ma ho avuto sempre molti dubbi, dubbi che oggi sono stati confermati dalla giustizia con la sentenza di appello. Li conoscevo, sapevo che avevano collaborato lealmente con Falcone e con mio padre. Per me era impossibile credere che avessero collaborato con la mafia. E poi ho ritenuto scorretto pompare mediaticamente un processo da parte di chi è titolare, prima ancora che questo processo avesse concluso le fasi di giudizio, un comportamento scorretto che mio padre non avrebbe mai approvato. Si è assistito a un lancio mediatico del processo trattativa fin dal suo inizio, quando veniva pubblicizzato con i libri. Quando non era concluso neppure il primo grado. Altro punto di critica enorme, insieme con gli altri. Dopodiché oggi rifletto su quello che è successo. Quante risorse, quanta attività quante energie sono state spese per questo processo che inseguiva un’ipotesi molto improbabile, e che metteva alla sbarra persone che poi si sono rivelate innocenti. E invece bisognava usare quelle risorse e quelle energie per indagare davvero, e per scoprire chi fossero quelli che hanno permesso che mio padre morisse. Voglio dire: chi fossero quelli dei quali parlava e dei quali non si fidava mio padre”.

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