Un’estate al mare”. Sì, ma sempre più spesso non nel Bel Paese. Gli italiani, infatti, quest’anno hanno deciso di scegliere altre mete per le vacanze e le ferie, di uscire dai confini nazionali per andare in altri Stati a godersi il mare, le spiagge e il sole. Il motivo principale sembra essere uno: l’aumento dei prezzi in Italia. I siti turistici balneari hanno infatti alzato le tariffe: +7,9% rispetto al 2023.

Vacanze al mare, salgono i prezzi e gli italiani vanno all’estero

Il comparto balneare è quello studiato dall’osservatorio Panorama Turismo – Mare Italia di Jfc, pubblicato dall’Ansa. Su 407 milioni di presenze stimate nell’estate 2024, gli italiani saranno 312 milioni e 511mila, e vedranno un calo del 4,4% rispetto all’anno precedente. Mentre ci sarà un aumento degli stranieri con 94 milioni 513mila, con un saldo positivo dell’11,6% sul 2023.

Ma gli italiani dove andranno in vacanza? “È la risposta a tale quesito quella più interessante ma non certo estremamente positiva per la nostra economia turistica – spiega Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc e dell’osservatorio – . Infatti, dalla rilevazione a livello nazionale emerge come vi sia un incremento dei viaggi estivi degli italiani, ma anche come l’aumento dei flussi turistici si riferisca in prevalenza verso destinazioni balneari straniere, con Grecia, Spagna ed Albania a farla da padrone”.

Vacanze al mare, l’allarme per agosto

Feruzzi lancia anche un altro allarme: il mese di agosto a fare le vacanze in Italia saranno sempre più stranieri. Perché gli italiani rischiano di non poterselo permettere. “L’allarme rosso è quello del mese di agosto, che rischia di non essere più il classico mese delle ‘vacanze degli italiani’: troppo alti i prezzi, pienone solo dal 9 al 18 agosto e soggiorni sempre più brevi in questo mese, con una durata media che si riduce di ben 2,1 notti”.

Sempre più italiani, quindi, scelgono di andare altrove, dove i prezzi dei lidi e di sdraio e lettini sono più accessibili o dove l’ingresso nelle spiagge libere è più tutelato. Intanto il governo non vuole toccare la materia delle concessioni balneari, andando allo scontro con l’Europa pur di difendere lo status quo.

Redazione

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