«Perché una donna che subisce violenza non deve essere libera di esprimere la sua rabbia? Perché dovrebbe essere collaborativa con le istituzioni che non la ascoltano? Dobbiamo imparare a conoscere la violenza e le sue conseguenze». Così il giudice Raffaele Sdino, presidente della sezione famiglia del Tribunale di Napoli, è intervenuto al dibattito “La parola delle donne”, organizzato da D.i.Re, donne in rete contro la violenza. Il dibattito si inserisce nella serie di iniziative realizzate in occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere. Focus su un aspetto del fenomeno, quello della vittimizzazione istituzionale: “La parola delle donne. Una giornata per approfondire la vittimizzazione istituzionale: quando chi deve lavorare per l’eliminazione della violenza contro le donne, la agisce”.

È una forma di violenza che annichilisce le donne nei loro percorsi di libertà. Quindi, per poter meglio lavorare al contrasto della vittimizzazione istituzionale, D.i.Re ha iniziato a evidenziare, attraverso le esperienze dirette delle operatrici, quali siano le conseguenze nei percorsi di uscita, nei percorsi giudiziali, nella vita delle donne. L’indagine, elaborata grazie al contributo di 37 delle 82 organizzazioni socie di D.i.Re e che ha analizzato le situazioni di 5.740 donne, conferma una bassissima fiducia delle donne nei percorsi giudiziali: solo il 27% delle quasi 6.000 donne ha intrapreso un percorso giudiziale, civile o penale. Tra le istituzioni segnalate come vittimizzanti nelle varie fasi del percorso delle donne, emergono i servizi socio-sanitari, i consulenti tecnici d’ufficio, le forze dell’ordine e i tribunali. «Un quadro, quello che è emerso dalla nostra indagine, per nulla rassicurante: siamo ancora molto lontane dal poter considerare le istituzioni come alleate nel contrasto alla violenza maschile sulle donne. Sono pochi i casi affrontati con la correttezza adeguata e con la giusta consapevolezza, approfondendo la conoscenza di un fenomeno sul quale, ormai, esiste moltissima letteratura e per il quale l’ignoranza e la superficialità non sono più consentite», ha affermato Antonella Veltri, presidente di D.i.Re.

Nel 2024 l’associazione, che ha istituito l’Osservatorio sulla vittimizzazione secondaria, presenterà i risultati di una ricerca statistica su questo aspetto del fenomeno della violenza che tanto influenza la vita delle donne. A partire dall’inizio del 2023, insieme a questa nuova ricerca, D.i.Re organizzerà un gruppo di lavoro aperto ai vari stakeholder, che avrà l’obiettivo di monitorare e evidenziare tutte le buone pratiche nazionali che aiutano a contrastare e vittimizzazione istituzionale e secondaria delle donne. Un gruppo di lavoro che, concretamente – fa sapere l’associazione – possa dare un contributo attivo per agire immediatamente un cambiamento sostanziale nelle pratiche, nel linguaggio, nell’approccio alla violenza maschile sulle donne.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).