Una stanza per ascoltare donne e minori vittime di violenza e dedicata alla memoria di Pasquale “Lino” Apicella, il poliziotto 37enne ucciso il 27 aprile 2020 a Napoli dopo essere stato travolto, mentre era al volante dell’auto di servizio, da una vettura sulla quale viaggiavano tre uomini che poco prima avevano tentato il furto di un bancomat. “La stanza di Lino” è stata inaugurata ieri al primo piano del Commissariato di Secondigliano, dove Apicella lavorava. A tagliare il nastro la madre dell’agente scomparso. Presente, oltre al questore Alessandro Giuliano e al prefetto Claudio Palomba, anche la moglie Giuliana Ghidotti, entrata da poco più di un anno in polizia (per legge i congiunti degli agenti morti in servizio – qualora lo volessero – hanno diritto ad entrare nelle forze dell’ordine senza concorso).

“Ha un valore immenso ricordare Lino così perché questo tema era particolarmente caro a mio marito” commenta, con un filo di commozione, Giuliana. “Lui aveva sempre un occhio di riguardo per i reati relativi al codice rosso. Questa commemorazione è importante perché oltre al dolore che c’è perennemente e quotidianamente nella vita mia e dei miei due figli, oggi c’è anche tanto orgoglio perché è come se lui stesse continuando a fare del bene“.

“A due anni e mezzo dalla sua scomparsa – aggiunge –  apprendo ogni giorno il bene che mio marito ha fatto a tante persone, sia attraverso i colleghi che attraverso i cittadini. Per me questo è il prosieguo del suo lavoro in un settore che gli era molto caro. Lino era un uomo nel vero senso della parola“. La decisione di intitolare la stanza ad Apicella è partita dai colleghi del commissariato di Secondigliano che lo stesso questore Giuliano ha voluto ringraziare: “Sono orgoglioso che i ragazzi hanno pensato di dedicare a lui un luogo dove altre vittime di reati verranno ascoltate. Per la polizia è un passaggio fondamentale creare ambienti adeguati e accoglienti dove queste persone possano sentirsi protette”.

“La stanza di Lino” è stata realizzata anche con il contributo dell’associazione di promozione sociale “Forti Guerriere” e si iscrive nella più ampia strategia della Polizia di Stato di attenzione verso le vittime di abusi, anche attraverso la predisposizione di adeguati “setting” di ascolto, location adeguate perché l’aspetto psicologico è fondamentale. 

 

 

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.