Persone segnate dall'incontro con il Cavaliere
Berlusconi nei ricordi di chi lo ha conosciuto: La raccolta di alcune testimonianze di amici ed estimatori dell’ex premier

Dopo la triste scomparsa del Presidente Berlusconi, abbiamo raccolto alcuni ricordi di persone che hanno trascorso con lui un pezzo di vita. Cesare Previti ci racconta «Il ricordo di Berlusconi è il ricordo della mia vita. Un personaggio unico al mondo, in prima persona, con gli amici, con i nemici, con chiunque venisse in contatto. L’insegnamento che ha dato, senza mai abusare di questa parola, è qualcosa che ti rimane per sempre. Le polemiche ridicole sui funerali di Stato sono polemiche all’italiana, si può amare o detestare una persona ma il suo ruolo di protagonista assoluto della politica italiana negli ultimi trent’anni non lo può negare nessuno. Le sue realizzazioni a vantaggio della comunità sono sotto gli occhi di tutti. Come il fatto che in tante vicende è stato ingiustamente perseguitato solo per invidia e odio, ma lui con la forza del suo ingegno e cultura ha dominato tutto questo».
«È un dolore fortissimo, non facile da elaborare e superare – ci dice Micaela Biancofiore – Soprattutto anche dopo la recente scomparsa di Franco Frattini. Silvio Berlusconi è stato per me come un padre, una persona di famiglia, un punto di riferimento, dopo la scomparsa dei miei genitori. Gli ho sempre detto che se ogni italiano lo avesse conosciuto personalmente, avrebbe stravinto tutte le elezioni. Silvio Berlusconi, era innanzitutto una persona buona: oggi ha trovato la pace, riabbracciando la sua amatissima mamma Rosa». «L’accusa nei confronti di Berlusconi che trovo più paradossale è quella che fosse divisivo.
Se c’era un uomo che avrebbe fatto di tutto per piacere anche al suo peggior nemico era lui. Un’accusa usata anche per bloccargli la strada del Quirinale. Eppure per dodici anni in piena ondata populista e perseguitato dalle procure Berlusconi si è preso sulle spalle il peso del governo del Paese senza essere nella stanza dei bottoni (esecutivi Monti,Letta, Patto del Nazareno, Gentiloni, ha permesso alla Lega di governare con i grillini senza far saltare il centro-destra, e ancora Draghi). Pagando il ruolo di garante della governabilità con una montagna di voti. In sintesi ha privilegiato l’interesse generale rispetto a quello di partito: a casa mia chi ha questa sensibilità fa il salto di qualità che distingue il politicante dallo statista» dice Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale.«Quando entrava in una stanza portava il sole – dice l’ex parlamentare Gabriella Giammanco – con quel sorriso contagioso da bambino felice. Lo ricorderò come l’uomo più dolce, gentile, sensibile ed empatico che abbia mai conosciuto».
Enrico Aimi, membro del Csm e già senatore di Forza Italia: «La profonda e delicata nostalgia fa riaffiorare tanti ricordi, di incontri, di telefonate, di progetti, di momenti tutti di una particolare ed elettrica intensità. Per me è stato un secondo padre, un amico, una guida speciale. Devo a Lui buona parte dei traguardi raggiunti nella mia vita. Essergli stato accanto, in tante sfide delicate, con autentico spirito di missione, è una preziosa consolazione. Silvio Berlusconi ha rafforzato in me il coraggio e la caparbietà, la gioia di vivere, sempre – come amava ricordare – con il sole in tasca. La generosità di Berlusconi è stata pari solo al Suo carisma e al Suo genio, in tutto ciò che ha realizzato. Ha collezionato successi spettacolari in ogni momento della Sua esistenza tanto che a volte non mi appariva nemmeno di questo Pianeta. Lui, l’uomo della persecuzione giudiziaria che ha perdonato i Suoi persecutori».
L’onorevole Mauro D’Attis, coordinatore di Forza Italia in Puglia, ci racconta: «Tre telefonate che lui mi ha fatto. La prima alla vigilia di Pasqua 2020. Avevo perso qualche mese prima mio padre. Lui, erano le 8,30 del mattino, mi chiese come stesse mia madre (che era lì con me) dopo il lutto. La seconda quando mi chiamò per anticiparmi la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica. La terza, il 31 dicembre 2022 alle 21.19, 3 minuti di telefonata per darmi gli auguri per il nuovo anno. A quell’ora del giorno di san Silvestro, noi ‘normali’ al massimo mandiamo qualche sms. Lui straordinario».
Simone Baldelli, ex parlamentare, ricorda: «Nei primi mesi del 2000 feci il mio primo intervento da capo del movimento giovanile appena eletto davanti al Consiglio Nazionale di Forza Italia. Eravamo in un hotel romano, la platea, composta da deputati, senatori, consiglieri regionali e dirigenti di partito, era stanca dopo una lunga giornata di interventi. Io ero un ragazzo di 27 anni, e quando sono salito sul palco c’era un grande brusio in sala. Lui si alzò, mi interruppe, prese il microfono, richiamò la platea al silenzio, dicendo che lui avrebbe voluto ascoltarmi e che avrebbe fatto bene a molti ascoltare il punto di vista di un giovane. Terminato il mio intervento mi ringraziò e mi fece i complimenti. Fu un gesto pubblico di grande attenzione e rispetto. Io ne uscii galvanizzato».
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