Trovato un compromesso
Biden avanti sul welfare, ma i dem tagliano la spesa
Le trattative per definire il pacchetto di spesa sociale di Joe Biden potrebbero essere arrivate al dunque. All’inizio del mandato, facendo proprie le proposte dei progressisti del suo partito, Joe Biden aveva lanciato un pacchetto di spesa da 3.5 mila miliardi di dollari. Gli esponenti moderati Joe Manchin e Krysten Sinema, rappresentanti democratici di orientamento moderato, si sono opposti per settimane a questa ipotesi. Le ragioni sono due: il rischio di far esplodere il debito pubblico statunitense a causa di una spesa pubblica faraonica e il timore di un aumento esponenziale della tassazione con il conseguente allarme dei ceti medi. Così, dopo il lungo blocco delle trattative, gli ultimi giorni registrano l’avanzata di un compromesso fra le varie anime del partito, a condizione però di ridurre la cifra del pacchetto di sostegni al welfare a 2 mila miliardi. Resta però una domanda molto concreta: come verranno rimodulate le misure di welfare in virtù della riduzione dello stanziamento iniziale?
Sul fronte del cambiamento climatico, per esempio, sono emerse una serie di potenziali alternative al programma di energia pulita (che avrebbe avuto un significativo impatto sull’economia di stati come la West Virginia, rappresentato proprio da Manchin), tra cui una tassa sul carbonio e un sistema di scambio di emissioni per l’industria, ma non è chiaro se queste opzioni alternative finiranno nel conto. Sul versante delle spese per l’educazione, sparirà quasi certamente la proposta di due anni di college gratuiti, anche se con ogni probabilità saranno ampliati i fondi per le borse di studio. Le settimane per il congedo parentale dei genitori subito dopo il parto saranno quasi certamente ridotte a 4 (all’inizio ne erano previste ben 12). Per aiutare le famiglie con bambini, l’accesso alla pre-K (equivalente alla nostra scuola dell’infanzia) sarà reso universale per tutti i più piccoli. Tra i democratici il sostegno ai programmi di educazione è quasi unanime.
Viceversa, molte tensioni riguardano il capitolo delle spese sanitarie. L’obiettivo iniziale di Sanders e dell’ala sinistra del partito era quello di espandere Medicare e Medicaid per coprire una serie di cure essenziali relative a denti, occhi e orecchie. È difficile che le spese vengano totalmente coperte dall’assicurazione sanitaria, ma è probabile l’inserimento di un buono da 800 dollari per ridurre i costi delle cure dentistiche. Su impulso di Biden si tratta anche per rendere più conveniente l’acquisto di apparecchi acustici da banco senza modificare Medicare. Ma la vera sfida si gioca sul capitolo delle coperture economiche: a causa della dura opposizione della senatrice Kyrsten Sinema, perfino Biden ha dovuto riconoscere che i dem non hanno i voti per aumentare l’aliquota di tassazione sulle grandi corporation. Le misure discusse dai funzionari dell’amministrazione includono, tra l’altro, una nuova tassa minima sulle società, un piano per rafforzare la lotta all’evasione fiscale e una nuova tassa sui beni detenuti dai miliardari americani. La Casa Bianca sembra irremovibile sulla necessità di coprire interamente il pacchetto di spesa con nuove entrate. Ma il cammino pare tutt’altro che semplice.
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