Decine di fusti gialli, etichettati con il simbolo dei rifiuti biologici speciali e con all’interno feti e resti umani. Questa l’orrenda scoperta avvenuta mercoledì sera nella zona industriale di Granarolo, in provincia di Bologna.
Erano abbandonati in un capannone, dove un ragazzo- ‘robivecchi’ della zona- li ha trovati tra mobili rotti e ferri e, spaventato, ha deciso di chiamare la polizia. La notizia è stata riportata dall’edizione locale de Il Resto del Carlino.
Il ritrovamento
Il ragazzo era stato chiamato a sua volta dal titolare di una ditta che si occupa di svuotare cantine e magazzini: stando al suo racconto, gli avrebbe chiesto di smaltire anche questi fusti gialli “da qualche parte.” Lui, prima di accettare e caricarli sul camion, vuole però prima sapere cosa contengano: ne apre uno, il coperchio si rompe. E vede un feto galleggiare in un liquido di colore verde.
Gli investigatori, coordinati dalla Procura, hanno subito avviato le indagini nel massimo riserbo, ascoltando i primi testimoni per ricostruire la vicenda e la loro provenienza. L’area, dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco del Nucleo Nbcr e della Scientifica, è stata infatti messa sotto sequestro, così come i fusti. I resti sono immersi in un liquido che potrebbe essere formaldeide oppure un’altra sostanza utilizzata per la conservazione medica dei corpi.
La polizia ha ascoltato alcuni dipendenti dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, per capire come funzioni lo smaltimento dei resti biologici. Normalmente si procede alla cremazione e, nel caso di bambini che non sono nati vivi, si procede all’inumazione con il consenso delle famiglie.
“Aspettiamo tutti le indagini della procura” ha dichiarato, sentito dall’AGI, il sindaco di Granarolo dell’Emilia Alessandro Ricci.
L’ipotesi
I feti e i resti umani proverrebbero da una struttura universitaria, una biblioteca di anatomia, che probabilmente li conservava per motivi di studio e di ricerca. Stando ai primi accertamenti, alcuni anni fa, in occasione di una ristrutturazione con sgombero dei locali, i contenitori furono trasportati nel capannone di una ditta di traslochi, dove sarebbero rimasti fino allo scorso mercoledì, quando il ragazzo si è accorto del contenuto.
La squadra mobile, coordinata dalla Procura di Bologna che ha convalidato il sequestro, ha provvisoriamente ipotizzato, in attesa di comprendere meglio i termini della vicenda, un reato legato all’illecito trattamento di rifiuti speciali a carico del titolare del capannone, che potrebbe quindi essere sentito per chiarire se fosse a conoscenza o meno del contenuto dei barili gialli.
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