«In Campania l’assistenza sul territorio non è quasi mai esistita»: drastica la recente diagnosi di Mario Santangelo, ultimo assessore regionale alla Sanità. La corsa per dare un volto nuovo all’assistenza (che ancora fa acqua) sta per cominciare, i medici di famiglia si avvicinano ai blocchi di partenza. Sei mesi fa, a dicembre, il Burc ufficializzò l’intesa tra il governatore Vincenzo De Luca e i sindacati dei medici di famiglia per far partire i poliambulatori. Tutto in un lungo elenco ricco di programmi tecnico–sanitari accompagnati da un robusto finanziamento triennale. Sei mesi dopo è tutto più o meno come a dicembre.

«Siamo però alla svolta – avverte Enzo Schiavo, medico di famiglia e vicepresidente regionale della Fimmg, sindacato dei medici di medicina generale – perché è programmato un incontro in Regione per fissare il termine ultimo per l’operatività delle Aft, ossia delle aggregazioni funzionali territoriali. Firmeremo domani un documento con la Regione e con le altre sigle sindacali per stabilire che dal 31 luglio le Aft dovranno essere operative sul territorio campano». Ugo Trama, dirigente sanitario della Regione, coordina questa delicata fase e presiede il comitato tecnico. Otto mesi dopo il via libera della Regione e la pubblicazione dell’accordo sul Bollettino diventano operativi i poliambulatori che dal primo agosto funzioneranno a Napoli e in tutte le province campane. «In città le organizzazioni sindacali hanno messo a disposizione dei propri iscritti le sedi che ospiteranno i poliambulatori. Ma quest’attivismo non ha ancora coinvolto tutti – spiega Enzo Schiavo – perché Benevento non ha fatto ancora nulla, nel territorio dell’Asl Napoli 3 è pronta solo la rete».

Ogni sindacato dei medici di medicina generale ha organizzato cooperative di iscritti che lavoreranno in sedi dove sarà possibile sottoporsi a spirometrie, elettrocardiogrammi, nevoscopie, prevenzione oncologica, prelievi di sangue. Chi lavora nel poliambulatorio ha seguito in ospedale specifici corsi di perfezionamento professionale: le strutture saranno in funzione nei giorni feriali per dodici ore al giorno dalle 8 alle 20, i medici saranno affiancati da infermieri e da personale amministrativo.

«Con l’operatività delle Aft – chiarisce Schiavo – si darà una risposta assistenziale ai cittadini che potranno rinunciare alla vecchia visione ospedalocentrica. Ogni poliambulatorio sarà collegato telematicamente con i distretti e gli utenti, anche se in un certo giorno e a una certa ora non troveranno il proprio medico di famiglia, saranno seguiti da altri specialisti che potranno visitarli, curarli e garantire eventuali prescrizioni per farmaci o per altri accertamenti».

Il contributo assicurato dalla Regione per il primo triennio sarà di sette milioni di euro, dopo il terzo anno la quota annua di tre milioni sarà strutturale. Secondo una previsione di massima le Aft dovrebbero dar lavoro – ogni 20 medici presenti nel poliambulatorio – a tre o quattro infermieri. Una svolta attesa da mesi. Anzi da anni.