Durerà fino al 31 luglio l’emergenza sanitaria proclamata dal governo. Ma molto prima, entro il 17 giugno, la Regione dovrà consegnare al Ministero della Salute il progetto di riorganizzazione assistenziale per un eventuale Covid-bis. Diventano operativi gli studi messi a punto dalla direzione generale della programmazione sanitaria, diretta da Andrea Urbani, e di quella per la programmazione professionale, guidata da Rossana Ugenti, con un finanziamento statale straordinario di tre miliardi e 200 milioni di euro, già suddiviso per le singole Regioni. Aumenteranno le terapie intensive, salirà il numero delle semintensive ma soprattutto ci saranno finanziamenti per il personale medico e paramedico da utilizzare nelle strutture sanitarie e per il potenziamento della medicina territoriale.

Occupiamoci dei numeri: le attuali 335 terapie intensive della Campania diventeranno 834, le semintensive saranno 406 con un finanziamento complessivo di circa 164 milioni. Oltre 22 milioni sono messi a disposizione dalla direzione della programmazione professionale per il personale da utilizzare nelle strutture Covid disseminate su tutto il territorio regionale. Aria fresca e tonificante per la nostra sanità e un paio di settimane di super lavoro per il governatore Vincenzo De Luca e per Nino Postiglione, direttore della tutela della salute: una volta consegnato il “pacchetto-Campania” al Ministero, dovranno aspettare i classici 30 giorni per sapere se l’operazione è stata approvata o tornerà al mittente per modifiche e variazioni.

L’operazione viene seguita con attenzione da Lorenzo Medici, segretario regionale della Cisl Funzione Pubblica: “È prevista un’azione tonificante per la nostra sanità perché, con questo finanziamento, si potenzierà la rete dei posti letto di terapia intensiva e semintensiva, ma anche perché ci si occuperà dell’assistenza territoriale e del personale necessario nei reparti Covid”. I direttori generali di tutte le strutture ospedaliere, sanitarie e universitarie che hanno assistito pazienti Covid dovrebbero disporre già dell’elenco di cosa serve, lista destinata a passare all’esame di Postiglione e De Luca. “Come sindacato – avverte Medici – siamo convinti che l’operazione sarà trasparente e portata avanti con la collaborazione dei sindacati, evitando lavori in stanze segrete. I problemi vanno affrontati con serietà: il Loreto mare, per esempio, è diventato una struttura Covid. Ora ha pazienti zero.

Ma non può rimanere imbalsamato con dipendenti che stanno lì senza far niente. Quell’ospedale – continua Medici – dovrebbe diventare un Dea di primo livello e funzionare come polo polispecialistico con moderne tecnologie e ambulatori a disposizione dei cittadini. Stesso discorso per Boscotrecase, per gli ospedali modulari di Ponticelli, Caserta e Salerno e per tutti gli altri centri sanitari di provincia che hanno assistito pazienti colpiti dal Coronavirus”. Ultimi giorni di emergenza perché, seguendo le indicazioni di Sabino Cassese, si prepara a rientrare nei ranghi anche la Protezione Civile. “Il governo l’ha sistemata impropriamente in prima fila, ma le emergenze sanitarie sono di competenza esclusiva del governo; molti decreti del presidente del Consiglio probabilmente sarebbero stati di competenza del ministro Speranza. Comunque il personale della Protezione Civile non ha competenze in campo sanitario, settore in cui abbiamo ancora il problema delle Croci con volontari di comodo. Abbiamo altri volontari ‘retribuiti’ anche nella Protezione Civile. Così non va – chiosa il segretario della Cisl – L’occasione che ci viene offerta deve rendere più efficienti e sicuri gli ospedali, far assumere medici e paramedici creando finalmente una sinergia efficiente con la medicina territoriale. Arriveranno i finanziamenti, evitiamo inutili sprechi”.