Il Procuratore di Milano Francesco Greco ieri pomeriggio è andato a Roma per incontrare il procuratore di Roma Prestipino. Greco è sospettato di avere ostacolato l’inchiesta del suo sostituto, Storari, sull’ipotetica Loggia Ungheria. Però non è venuto a Roma per subire un interrogatorio (oltretutto non toccherebbe a Roma il compito di indagare su un magistrato milanese, ma a Brescia) è venuto per un colloquio. Ha garantito a Prestipino di non aver fatto niente di male. Cerchiamo di vedere se ci viene in mente qualche altro cittadino, famoso o no, che invece di essere interrogato viene invitato a colloquio. È uno sforzo inutile.

Del resto ci sono tante cose in questa inchiesta che non sono molto chiare. A partire dal recente interrogatorio, ma solo come testimone, di Piercamillo Davigo, da parte dello stesso Prestipino, che è il procuratore nominato procuratore con il voto decisivo di Davigo ed è stato dichiarato poi illegittimo dal Tar. Prestipino è anche andato al Csm a guidare le perquisizioni, e a una persona normale viene da pensare: ma come mai quando un politico finisce nei guai gli si impone di dimettersi subito, di lasciare il suo ufficio, di accettare la “pre-condanna” e poi, casomai, di riprendere la sua carriera dopo una decina d’anni in caso di assoluzione definitiva, e invece se un organismo ufficiale come il Tar destituisce un magistrato, anzi un Procuratore, lui può continuare tranquillo ad esercitare, basta che faccia ricorso?
Nessuno sa rispondere alla domanda di questa persona normale.

Né saprebbe dirgli la ragione per la quale a dieci giorni abbondanti dall’esplosione di uno scandalo clamoroso, come questo Csm-Davigo-Ungheria, non ci sia ancora un solo indagato tranne quel poveretto di Storari. Eppure lo scandalo è grosso e coinvolge magistrati, funzionari del Csm, grandi firme del giornalismo, probabilmente anche direttori, membri del Csm. Pensate voi cosa sarebbe successo se qualche magistrato avesse sospettato un bel traffico di influenze, poniamo, al Comune di Lamezia o di Buccinasco! Manette, manette a volontà…

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