Molti anni fa in un paese dell’alto Lazio si faceva una tombola all’aperto. Se pioveva, il gioco era rinviato. E quando tornava il sereno un megafono gridava: “Lu tempu s’è spiovato e la tombola caric’e”, ovvero ha smesso di piovere, possiamo giocare. In queste ore tutti sono al capezzale dei 5 Stelle, per certificarne lo scomposto decesso, lo stato dell’ira, della delusione, della follia. Ma intanto, il tempo si è “spiovato” e la democrazia può tornare. Non una democrazia da piattaforma privata con forconi e Parlamento scoperchiato come una scatola di tonno, ma proprio una democrazia parlamentare fondata sulla dignità di ciascun essere umano e dunque sulla libertà e il rispetto di tutte le persone. Con un governo che somigli per quanto possibile a quel che le persone sentono e desiderano.

Perché – ricordiamolo – coloro che adesso sono in decomposta furia e sconforto, hanno per anni devastato il nostro “Capitol Hill” – Parlamento e politica – con una furia cento volte più distruttiva di quella dei trumpisti a Washington il 6 gennaio scorso. Il governo Draghi è partito, evviva, anche se tra i ministri ci sono rottami del passato, inevitabili perché la politica è fatta di compromessi. E dunque toccherà tenerseli, purché siano i residuati di una guerra vinta, non germi sopravvissuti di un’epidemia. Così, la vecchia penisola ha la sua grande occasione di balzare al primo posto nel campionato delle libertà civili della tradizione europea, fondate sul rispetto della persona. E ha i titoli per pretendere il servizio pubblico – che non ha mai avuto – di una giustizia giusta, indipendente e veloce, anziché organizzata per cosche.

Tutto è possibile, oggi. E proprio perché la grande occasione potrebbe inacidire in una grande illusione, è bene tenere illuminato lo stretto corridoio tra lo sventato tentativo di autocrazia per bande armate di prepotenza e ignoranza e la possibilità di firmare una nuova convivenza non fondata sul pregiudizio e sull’odio. Ciò è possibile. Ma è un treno che passa per una sola volta, e perderlo significherebbe perderlo per sempre.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.