Giuseppe Conte è sicuro: “Saremo in tre a contenderci la guida del Paese”. Ovvero centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle che farà da “terzo incomodo”. Il leader dei grillini, ex Presidente del Consiglio, ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera: la chicca è il passaggio sul limite dei due mandati, una mezza apertura, un altro “penultimatum” (copyright del fondatore del M5s Beppe Grillo. Il Movimento sta colando a picco (tra il 9,4 e il 10,1% nelle rilevazioni Dire, Swg e Quorum/Youtrend) nei sondaggi, si è dimesso anche il capogruppo della Camera Davide Crippa, sbriciolata l’alleanza con il Partito Democratico cui l’avvocato del popolo augura buona fortuna, “ne avranno bisogno. Noi siamo un’altra cosa rispetto a questa affollata e confusa compagnia: il nostro sguardo non si è mai fermato ai salotti buoni delle Ztl, su questo siamo sempre stati chiari”.

All’“avvocato del popolo” non interessa “un nuovo Ulivo”, propone il M5s come il terzo polo, un “terzo incomodo”, un campo “giusto”, della giustizia sociale, “aperto alla società civile e a tutti coloro che difendono i valori della Costituzione e tutti coloro che credono nella vera transizione ecologica”. Contro i dem termini (“Ztl”, “Ulivo”, “cespugli”) da centrodestra. Il modello è “quello delle scelte che abbiamo già fatto in questi anni: il Superbonus e il +6,6% di Pil, la lotta a corruzione ed evasione, le misure che hanno salvato dalla povertà un milione di poveri allargando il sistema di protezione e tutela per commercianti, partite Iva, giovani e Pmi”.

A far rumore è soprattutto l’apertura di Conte a una deroga al limite dei due mandati, che solo sabato scorso l’“elevato” fondatore del M5s Beppe Grillo aveva celebrato, definito un “antibiotico” alla politica politicante. “Nessuno di coloro che sono rimasti ha gettato la spugna. In ogni caso non manderemo in soffitta chi per dieci anni ha preso insulti per difendere i nostri ideali e per contribuire in Parlamento a realizzare le nostre battaglie. Una cosa è certa, la loro esperienza sarà in ogni caso preziosa”. Parole criptiche, che aprono un terreno di contrasto e non risolvono la questione, allo stesso tempo. Penultimatum: la partita sarà comunque chiusa in settimana, ha assicurato Conte. “Non è un diktat, ma lo spirito della regola sarà in ogni caso salvaguardato”.

Non è chiaro se ci saranno le parlamentarie per reperire candidati, neanche se ci sarà il nome di Conte nel simbolo alle elezioni. Porta aperta al ritorno di Alessandro Di Battista, che in un video dalla Russia aveva detto di non essere disposto a tutto pur di candidarsi. “La nostra è una comunità aperta al contributo di tutti, ma rispetto al passato la linea politica si decide negli organi preposti e poi si rema tutti dalla stessa parte”. Un chiarimento per quanto riguarda la politica estera: “Collocazione euro-atlantica, ma senza inginocchiamenti”.

Come Grillo, Conte accusa un clima di caccia alle streghe contro il M5s, “ma siamo abituati: ad un certo apparato di potere abbiamo pestato più volte i piedi, lo sappiamo. Guardiamo però i fatti e ricostruiamoli con onestà. Il governo — su volontà del Pd — ha inserito una norma per costruire un mega-inceneritore dentro un decreto per aiutare cittadini e imprese in crisi. È stata una provocazione inaccettabile contro il M5S. Tutto parte da qui. Poi il resto lo avete visto con i vostri occhi: in questa crisi di governo il M5S ha chiesto al premier risposte concrete alle urgenze del Paese. La destra, invece, ha solo chiesto più poltrone per se stessa. E Draghi ci ha voltato le spalle, con il silenzio complice del Pd. Noi siamo stati gli unici a difendere famiglie e lavoratori in difficoltà”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.