Assegnati i seggi per i consiglieri togati
Csm, sono quattro i giudici in partenza da Napoli
Sono ancora una volta le correnti le protagoniste della seconda giornata di spoglio delle schede per le lezioni del nuovo Csm. Più che i nomi degli eletti è sulle correnti che si focalizza l’attenzione di tutti. Magistratura indipendente, Area, Unicost. Magistratura democratica. Le solite sigle della categoria, insomma. Con la riforma Cartabia i seggi sono stati distribuiti diversamente e di nuovo, per il momento, ci sono solo i nomi dei consiglieri eletti per i seggi dei magistrati giudicanti, per il resto lo scenario è sempre quello di una politica giudiziaria dominata dalle correnti. Ieri si sono concluse le operazioni di scrutinio dei vari collegi della categoria giudici di merito e tra gli eletti ci sono anche magistrati che saranno in partenza da Napoli per il Csm.
Sono Edoardo Cilenti, giudice presso la Corte d’appello di Napoli, sostenuto da Magistratura indipendente, e Roberto D’Auria, giudice del Tribunale di Napoli, sostenuto da Unicost: entrambi risultano eletti nei collegi binominali. A loro si aggiungono Mimma Miele, presidente di sezione penale della Corte d’Appello di Napoli, sostenuta da Magistratura democratica, e Tullio Morello, attuale coordinatore del settore penale del Tribunale di Napoli, sostenuto da Area, protagonista nelle scorse settimane di un fuori programma perché una sua esternazione su Palamara e la questione delle correnti fu registrata durante una call elettorale e diffusa alla stampa, Morello chiarì poi il contesto delle sue dichiarazioni ma il caso era già esploso intanto: entrambi, Miele e Morello, risultano tra i cinque consiglieri a cui i seggi sono da assegnare con il proporzionale, i “resti”. C’è da sperare che i nuovi nomi, seppure rappresentati dalle varie sigle storiche della categoria delle toghe, diano un impulso nuovo in seno all’organo di autogoverno della magistratura, che non si appiattiscano sulle decisioni e sulle posizioni che hanno caratterizzato il passato, che colgano realmente e trasformino in fatti l’esigenza di un rinnovamento.
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