Il Natale libero di cui ha parlato domenica il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri? Per il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca “dipende dai nostri concittadini”. A margine del giuramento di Ippocrate dei giovani laureati appartenenti all’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli, il governatore campano ha ricordato infatti che, visti i dati, “dobbiamo preoccuparci”.

“Siamo ieri a 8500 positivi – ha sottolineato De Luca -. C’è una soglia critica oltre la quale anche se i positivi in grandissima parte non vengono ricoverati grazie alla campagna di vaccinazione tuttavia il contagio si diffonde”.

NO VAX SONO NO CERVELLO – De Luca con i giornalisti presenti per il giuramento dei giovani laureati si è quindi soffermato sul suo bersaglio preferito, i non vaccinati.  “Un’osservazione andrebbe fatta ai cosiddetti no vax, questi non sono no vax, questi sono no cervello, che è un’altra categoria”, ha attaccato.

“Il primo danno che fanno non è tanto ai cittadini in generale che rischiano di essere contagiati, il primo danno che fanno lo fanno ai pazienti oncologici, ai malati di cuore, di diabete, che quando si ingolfano gli ospedali non hanno più cura – ha aggiunto De Luca -. Guai a noi se dovessimo avere ancora una volta l’ingolfamento degli ospedali, questo significherebbe ritardare le prestazioni sanitarie nei confronti di tanta povera gente che in qualche caso ha dovuto aspettare un anno quando eravamo nella fase più drammatica. Vorrei ricordarla questa fase drammatica perché col passare dei mesi il tema Covid si è banalizzato – ha rimarcato il governatore campano-. Un anno e mezzo fa, a febbraio-marzo di un anno fa, c’era paura anche a entrare in un ospedale. Era un impegno quasi eroico per tanti medici e infermieri, era una guerra per trovare guanti, mascherine, dispositivi di protezione. Abbiamo dovuto fare una guerra per ampliare la dotazione di terapie intensive, facemmo un lavoro incredibile, in un mese realizzammo quasi 120 posti letto di terapia intensiva, e c’è stato qualche imbecille che a Roma ci ha fatto rilevare che non erano occupati tutti quanti. E grazie, meno male. Chiediamo scusa se non li abbiamo occupati, se abbiamo combattuto bene il Covid”.

NIENTE DISTRAZIONI O ECATOMBE – De Luca quindi ha ribadito che contro il Covid bisogna stare ‘in campana’, in particolare in Campania dove “non possiamo consentirci distrazioni perché altrimenti è un’ecatombe. Dobbiamo essere più rigorosi che in altre regioni, non a caso siamo l’unica che ha mantenuto l’obbligo della mascherina sempre. Ho visto qualcuno di voi qui fuori rilassato, mettetevi la mascherina sempre”, ha intimato il presidente.

Se non stiamo attenti, è l’avvertimento di De Luca, “ci facciamo male”. “Quando sento alcuni che con grande irresponsabilità guardano a chi non si vaccina – aggiunge -, ‘dobbiamo fare un lavoro di persuasione’, che bella espressione. Chi deve decidere poi nelle istituzioni, il tempo per fare questo lavoro non ce l’ha, lo può fare il monsignore, la chiesa, le parrocchie. Per me due mesi prima o dopo significano la differenza fra la salvezza di una regione e l’ecatombe”, ha aggiunto.

GLI ASSALTI AI PRONTO SOCCORSO – Dato l’appuntamento, De Luca ha parlato anche della situazione in cui versano gli ospedali in Campania. Per il governatore esiste “un problema delicato per quanto riguarda i pronto soccorso”. “Se vai a fare un assalto in un pronto soccorso te ne devi andare in galera. come si fa a tollerare cose del genere? A lasciare esposti medici, infermieri, personale che è in trincea. Hanno fatto un assalto all’Umberto I a Roma e non è successo niente, che razza di Paese è questo?”, ha chiesto il presidente della Campania.

NIENTE OSPEDALI SOTTO CASA – Altro punto toccato da De Luca riguarda la diffusione sul territorio degli ospedali. Per il governatore “l’ospedale sotto casa non si può fare più, perché sennò rimbocchiamo la strada dei 9 miliardi di debito sanitario”.

Ricordando come la Regione sia uscita dal commissariamento solamente nel dicembre 2019, De Luca ha precisato anche che l’Ente è ancora sottoposto “a un piano di rientro triennale controllato dal ministero dell’Economia e della Salute. Non possiamo darci alla pazza gioia, siamo usciti dal commissariamento anche perché abbiamo presentato un piano di rientro credibile”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia