Ci sono i compiti a casa per l’Europa, un’agenda di obiettivi che vede un’inedita quanto strategica alleanza degli ex Pigs contro i cosiddetti Frugali. I quattro paesi del Mediterraneo – Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, Pigs appunto – andranno giovedì a Bruxelles con quello che Mario Draghi ha definito “un approccio comune” dettato da “criteri di assoluta urgenza e immediatezza”: una gestione europea del mercato dell’energia; la separazione dei prezzi tra gas e luce; un tetto per il prezzo del gas; condivisione dei costi per la nuova Difesa europea. E ci sono poi i compiti a casa fatti dal governo italiano. È un decreto di 35 articoli quello approvato ieri sera da un Consiglio dei ministri iniziato molto in ritardo (19.40).

Dalle bozze circolate nel pomeriggio emerge un lavoro di tutta la squadra di governo che vorrebbe essere un nuovo “bazooka”. Un “whatever it takes” tutto italiano e senza fare quello spostamento di bilancio tanto invocato nelle ultime settimane da tutti i partiti. La bozza del decreto con “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi Ucraina” prevede una lunga serie di misure mirate e specifiche per i settori più in sofferenza. Taglia il costo della benzina e del gasolio direttamente alle stazioni di servizio di 15-20 centesimi facendo leva sull’extragettito Iva nelle casse dello Stato. Prevede la rateizzazione delle bollette fino a 24 mesi per le imprese con sede in Italia per i mesi di maggio e giugno. Il credito d’imposta “per le imprese medio-grandi non energivore per far fronte agli extracosti elettrici”. Per “assicurare sostegno economico alle imprese ad alto consumo energetico e fino al 31 dicembre 2022, le garanzie emesse da Sace – in favore di banche, istituzioni finanziarie nazionali e internazionali, per finanziamenti concessi sotto qualsiasi forma ad imprese che gestiscono stabilimenti industriali di interesse strategico – coprono il 90% dell’importo del finanziamento concesso” . Misure per le spese di carburante delle imprese del settore agricolo e della pesca. Il decreto prevede “un credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante nel primo trimestre di quest’anno”.

Destina un fondo di 20 milioni per ridurre i pedaggi nel settore dell’autotrasporto. Si estende la tutela del golden power a tutti i servizi cloud che utilizzano “servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G”. C’è anche la messa al bando di tutti i software russi impiegati per la sicurezza informatica. Previsti fondi agli enti locali per l’assistenza di 75 mila profughi (adesso siamo a 40 mila circa). E poi multe fino a 5mila euro per chi aumenta in modo indiscriminato il prezzo del carburante. In mattinata a palazzo Madama Mario Draghi ha invece convocato i premier di Spagna, Portogallo e Grecia per definire la strategia e l’agenda comune in vista del Consiglio europeo della prossima settimana (24 e 25 marzo). A romanzarla un po’, sembra la riscossa dei PIGS contro i Frugali del Nord Europa, i governi “tirchi”, quelli delle regole ferree che non si fidano dei paesi con un debito pubblico alto. Se la pandemia aveva scoperto la debolezza di un’Europa ma solo finanziaria, l’attacco della Russia all’Ucraina ha scoperto ben altre debolezze, sicurezza ed energia prima di tutto.

Così i Pigs hanno deciso di giocare per primi. E sono diventati “Med Men”, gli uomini del Mediterraneo. Mario Draghi li ha convocati a Roma per condividere l’agenda da mettere sul tavolo del Consiglio Ue di giovedì e venerdì prossimi. “Perché i governi e l’Europa devono intervenire subito e in modo sostanziale. L’Europa – ha spiegato Draghi – ha reagito bene ma ora deve anche agire in fretta”. Non è stato da meno il presidente portoghese Antonio Costa: “Non possiamo avere un altro Consiglio che rinvia o fa ipotesi. Servono risposte che dobbiamo dare subito”. Lo spagnolo Sanchez l’ha messa così: “Il momento di agire è adesso”. Il greco Kiriakos, collegato perché bloccato dal Covid, ha detto che “se l’Europa resta inerte e indecisa, si può risvegliare l’incubo del populismo”. Così, quella che era considerata una debolezza – essere il sud dell’Europa poco produttivo e poco efficiente – adesso può diventare una virtù. L’Europa ha un gigantesco problema di dipendenza energetica.

L’unica arma, immediata, è diversificare. E il mercato verso cui cercare di stabilire nuovi rapporti commerciali è proprio quello che guarda all’Africa con cui i Pigs condividono il Mediterraneo e i flussi migratori. I leader di questi Paesi, e Draghi tra i primi, hanno così pensato che era giunta l’ora di far diventare un acronimo squalificate (Pigs) in un jolly che i “Med men” possono giocare sul tavolo delle trattative europee. Le alleanze non sono la soluzione dei problemi. E però aiutano. L’agenda dei Med men è concisa ma potente. Soprattutto “urgente e fattibile subito”. Serve, ha spiegato Draghi, “una gestione comune del mercato dell’energia” e quindi ad esempio subito stoccaggi per far fronte a nuove possibili crisi. Occorre il “decoupling” (il disaccoppiamento) del prezzo del gas da quello dell’elettricità (che ha prezzi assai inferiori). Serve un “tetto al prezzo del gas” per evitare, come ha aggiunto il premier greco, che il mercato “diventi ostaggio di speculazioni”. Benvenga poi la “bussola strategica” perché “Putin – ha detto Sanchez – ci ha insegnato che la pace va difesa”. Ma le maggiori spese di difesa devono essere a carico dei bilanci europei. Vedremo tra pochi giorni chi avrà più ascolto trai Med men e i vecchi Frugali. Addirittura a sommare e racchiudere la grandezza di tutte le “Russie” passate.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.