Luigi de Magistris si allea con Antonio Bassolino per provare a mettere un piede alle elezioni della Città metropolitana del 13 marzo prossimo. La nuova coalizione si sintetizza nella lista «Comuni Protagonisti. Uniti per lavoro, ambiente e diritti», di cui fa parte anche Alessandra Clemente. Che s’adda fa’ pe’ campa’, disse una volta qualcuno. Ci si deve perfino alleare con un politico «la cui immagine è associata ai rifiuti di Napoli». Non ai fiori del bosco di Capodimonte. Ai rifiuti. È ciò che solo pochi mesi fa pensava l’ex sindaco con la bandana arancione. Era febbraio, tutto era ancora possibile e nulla era certo.

Di lì a qualche mese ci sarebbero state le elezioni del nuovo Consiglio comunale di Napoli, e mentre Dema schierava Alessandra Clemente (che ora l’ha abbandonato per allearsi con Bassolino, salvo poi essere inseguita dall’ex magistrato) si premurò di commentare la discesa in campo di Antonio Bassolino. Lo stesso Bassolino che oggi insegue, alla ricerca di una poltrona perduta. «L’immagine di Bassolino è associata al peggior periodo della storia di Napoli, quando nel mondo si associava la città all’immagine della munnezza -disse l’ex pm – Non è sostenibile una proposta di questo tipo. Nonostante lui ultimamente cavalchi la storia delle assoluzioni, l’immagine di Bassolino è associata al peggior periodo della storia di Napoli, quando nel mondo si associava la città all’immagine della munnezza.

Bassolino avrebbe fatto meglio a evitare questo passaggio». Nel frattempo, la Clemente chiamava Bassolino per fargli gli auguri. Ecco. Certo, la solitudine gioca brutti scherzi, de Magistris è stato piantato in asso dalla Clemente, prima ancora da Sandro Fucito, per cinque anni numero uno dell’assemblea cittadina, oggi presidente della sesta Municipalità nella coalizione dell’ex rettore. Anche Pietro Rinaldi, ex consigliere comunale ed ex capo di gabinetto della Città metropolitana, si è molto speso per la coalizione che ha visto trionfare Gaetano Manfredi alle ultime comunali. E sono ancora molti i voltagabbana che hanno salutato l’ex pm in disgrazia, che nel frattempo faceva i conti con la sconfitta alle elezioni in Calabria.

Insomma, de Magistris è rimasto solo, e così ecco che il nemico diventa d’improvviso l’alleato migliore, o forse l’unico possibile. Oltre ad aver accostato l’immagine di Bassolino a quella dei sacchetti della monnezza, de Magistris sfoggiò anche un giustizialismo della peggiore specie. In pratica, nonostante le assoluzioni, ricordiamolo ben 19, per Dema Bassolino resta comunque colpevole della gestione dei rifiuti. Eppure, da ex magistrato dovrebbe prendere per buona o quantomeno per vera la decisione di un suo collega. Soprattutto se le assoluzioni sono state 19, non una, non due, non tre, ma 19. Non solo, de Magistris a più riprese aveva detto di aver ereditato da Bassolino una città in condizioni disastrate, dai rifiuti ai trasporti Bassolino aveva combinato solo guai.

Questa alleanza sarebbe perfetta per fare un piccolo scherzo politico, invece è vera e appare quantomeno strana. Strana, se consideriamo anche che Bassolino non ha mai avuto parole molto gentili per Dema. «Chi governa – tuonò Bassolino nel 2017– non deve fare l’agitatore politico contro tutto e tutti, magari anche per coprire le proprie inadempienze». E ancora, l’anno dopo, definì Dema un ingrato: «De Magistris è proprio un ingrato quando attacca il PD. Dovrebbe mandare un fascio di fiori ogni giorno, a Napoli e a Roma: dove li trova altri che gli fanno vincere le comunali senza neppure combattere?». È su queste solide basi di stima reciproca che si poggia la nuova alleanza politica. «Un’alleanza dei “non allineati” all’asse De Luca-Manfredi. Un’operazione interessante» come l’ha definita de Magistris. In politica tutto può succedere. È proprio vero che la gente è strana… prima si odia, poi si ama.

Avatar photo

Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.