Il Green pass diventa green pax. Unanimità ieri al Consiglio dei Ministri sulla misura dell’estensione del certificato verde a partire dal 15 ottobre per tutti i lavoratori del pubblico e del privato. Anche la Lega ha votato a favore, ritrattando la presa di distanza dei giorni scorsi. Tutte le categorie sono incluse, dai lavoratori della P.a. a quelli delle imprese private, dagli organi amministrativi ed elettivi fino al mondo del volontariato e del Terzo settore. Fanno eccezione gli organi costituzionali dello Stato: la Presidenza della Repubblica, i due rami del Parlamento, la Corte Costituzionale.

La bozza del decreto parla chiaro: “L’obbligo di esibire il green pass varrà dal 15 ottobre anche per i magistrati, compresi quelli onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie che devono accedere agli uffici giudiziari”. Il documento precisa che le disposizioni non valgono invece per “avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo”. L’accesso senza il pass, dice ancora il decreto rappresenta un “illecito disciplinare” e come tale sarà sanzionato. Non può costituire da solo motivo di licenziamento, come già mercoledì avevano tenuto a chiarire i leader sindacali incontrando il premier Draghi e il ministro del Lavoro Orlando. Il Consiglio dei ministri ha inoltre ricevuto dalle Regioni la richiesta di aumentare a 72 ore la durata dell’esito dei tamponi. Il governo ha deciso di girare il quesito al Cts. In base all’andamento della curva, il primo ottobre si deciderà se aumentare dall’attuale 50% la capienza nei luoghi pubblici in cui si svolgono eventi, tra cui stadi, cinema e teatri.

L’eccezione per i tre organi costituzionali non poteva non essere fatta valere, conferma al Riformista il costituzionalista Giovanni Guzzetta: «Per gli organi costituzionali esiste un’autonomia organizzativa che non può essere intaccata dalla legge. Una riserva di competenza sulla disciplina interna. Però adesso sta a loro: nulla impedirebbe a ciascuno di questi organi di regolare internamente la cosa». E forse sarebbe opportuno. Le polemiche sulla casta sono dietro l’angolo e il Parlamento è avvisato: già echeggia un coro di sì a favore della certificazione verde per deputati e senatori. A dirsi favorevole anche Matteo Salvini: «Se la politica impone il green pass ai lavoratori, e addirittura a chi fa volontariato, è ovvio che i politici devono essere i primi a rispettare queste regole, a partire dal Parlamento», chiosa il leader leghista. E sia la Camera che il Senato sono pronti a farlo, come del resto è sempre avvenuto finora rispetto a tutte le misure anti Covid adottate dal governo.

Quando? Starà ai rispettivi uffici di Presidenza e alle Conferenze dei capigruppo (alla Camera possibile già mercoledì prossimo) stabilire se l’estensione varrà anche per accedere nei due palazzi e, soprattutto, per deputati e senatori per entrare in Aula. La ministra per il Sud, Mara Carfagna, si dice «consapevole che l’estensione del green pass a tutti è una misura drastica, ma serve a difendere la salute dei cittadini e a mettere in sicurezza la ripresa economica. Questo governo è nato per assumersi responsabilità eccezionali e lo sta facendo». A Landini che aveva chiesto tamponi gratuiti per tutti i lavoratori, per il perdurare dell’emergenza sanitaria (ad oggi in vigore fino al 31 dicembre) il presidente del Consiglio aveva già detto ieri che la misura avrebbe scoraggiato i vaccini, consentendo di ricorrere continuamente a test gratuiti. «Una decisione individuale non può ricadere sulla contribuzione pubblica», aveva concluso Andrea Orlando, investito peraltro del dossier Whirlpool su cui il governo prende ancora qualche giorno. Come sulle bollette: il taglio degli “oneri di sistema” che gravano sulle bollette è allo studio per ridurre l’aumento del 40% dei costi di gas ed elettricità, in arrivo al primo ottobre. Al prossimo Cdm l’esecutivo interverrà con un decreto ad hoc.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.