Se dovessi morire in circostanze misteriose, è stato bello conoscervi”. Un tweet comparso nella notte sull’account Twitter da 91,6 milioni di follower di Elon Musk.

Il fondatore di Tesla e SpaceX, nonché nuovo proprietario proprio del popolare social network, è solito twittare messaggi enigmatici. Ma stavolta a fornire una spiegazione per queste parole alquanto sinistre è lo stesso imprenditore, che in alcuni tweet successivi pubblica il testo- prima in russo, poi in inglese- del comunicato che il suo ‘nemico’ Dmitry Rogozin, direttore dell’Agenzia Spaziale russa Roscosmos e fedelissimo di Putin, avrebbe inviato agli organi di stampa russi. Un messaggio in cui lo accusa di fornire all’Ucraina apparecchiature per comunicazioni militari.

L’accusa di Rogozin

Il tweet di Elon Musk, comparso alle 2,51 di questa notte ora italiana, ha suscitato -com’era prevedibile- un’ondata di reazioni. Tra queste anche quella di mamma Maye, che ha commentato: “Non è divertente”. “Scusa, farò del mio meglio per restare vivo” ha poi replicato, sempre online, Elon. 

Nel messaggio di Rogozin si legge che, secondo la testimonianza del comandante della 36esima brigata dei marines di Kiev catturato, le attrezzature a terra del progetto “Starlink” di Musk per la connessione Internet “sono state consegnate al battaglione Azov e ai marine a Mariupol con elicotteri militari”

Stando alle informazioni in nostro possesso, la consegna è stata effettuata dal Pentagono” continua il comunicato. “Elon Musk, dunque, è coinvolto nel sostegno delle forze fasciste in Ucraina. E per questo, Elon, ne risponderai come un adulto. Non importa quanto farai lo stupido.”

Rogozin si riferisce ai terminali di SpaceX che riescono a garantire la connessione Internet a banda larga inviati dal miliardario, all’indomani della guerra in Ucraina, per aiutare il governo ad avere un servizio più efficiente nel Paese. Una scelta che rende l’imprenditore un bersaglio per eventuali ritorsioni. Da qui la ‘denuncia’ pubblica su Twitter, con la sua solita vena sarcastica.

La ‘sfida’ contro Putin

Non è la prima volta che Elon Musk si ‘scontra’ con Rogozin e con altri leader russi. Il direttore del Roscosmos aveva infatti criticato la compravendita di Twitter, affermando che non avrebbe migliorato la libertà di parola sul social network. 

A metà marzo l’imprenditore aveva sfidato ironicamente Putin a ‘un corpo a corpo’ in modo da mettere fine alla guerra in Ucraina. In quel caso era stato il leader ceceno Kadirov a rispondergli su Telegram. “Elon Musk, un consiglio. Non misurare la tua forza con quella di Putin. Vladimir Vladimirovich potrebbe sembrare antisportivo battendoti a morte. Tu, un avversario molto più debole. Poi lo aveva chiamato ‘Elona’.

Alcune ore dopo i messaggi contro Rogozin (che nel frattempo ha reso privato il proprio account), Musk ha twittato di nuovo: “Non ci sono angeli in guerra”.