“Non ho intenzione di esibire il green pass”. Lo aveva promesso e lo ha fatto. Così Bianca Laura Granato, senatrice di Alternativa C’è (del gruppo Misto che riunisce i fuoriusciti dal M5S) quando si è presentata all’ingresso di Palazzo Madama, si è rifiutata di esporre il green pass. E nonostante l’obbligo si è recata alla seduta della Commissione Affari Costituzionali di cui fa parte. Saputo del diniego, il presidente della commissione, il pd Dario Parrini, ha sospeso i lavori.

Una protesta che però ha creato il caso e imposto una rapida soluzione: il Consiglio di presidenza del Senato convocato d’urgenza, ha infatti stabilito che i senatori che rifiuteranno di esibire il green pass, non potranno più entrare a Palazzo Madama e nei palazzi adiacenti che fanno capo al Senato. “Non si può lavorare – ha notato Parrini – con la presenza di un trasgressore delle regole fondamentali”. Dunque se per andare sul posto di lavoro è necessario mostrare il green pass, questo è valido anche per i senatori.

Granato lo aveva annunciato ieri: “Siamo cittadini e non sudditi. Rivendichiamo il diritto alla tutela della salute del cittadino secondo quelle che sono le proprie convinzioni: anche per questo non entrerò con il Green Pass in Senato, non ho intenzione di esibire la tessera dell’obbedienza”, aveva detto l’ex grillina. Le sanzioni previste dall’Ufficio di presidenza in caso di mancata esibizione del Green Pass, possono raggiungere la sospensione fino a 10 sedute, con la decurtazione della diaria.

“Il rischio è che tutti questi atti del governo spazzino via 70 anni di democrazia parlamentare — commenta oggi la parlamentare —. Per poter entrare in commissione e illustrare gli emendamenti mi si chiede un attestato di obbedienza ad un provvedimento che vado a contestare”. E ancora: “Quando sono fuori dal Senato per rispettare tutte le regole cui sono sottoposti anche gli altri cittadini lo esibisco, ma nel luogo deputato alla rappresentanza dei cittadini mi rifiuto di piegarmi a una distorsione del regolamento, oltretutto derivante da un decreto legge, un atto unilaterale del governo che ancora non è stato convertito in legge e che adesso il Parlamento sta discutendo”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.