Voterò No al referendum sul taglio dei parlamentari perché non si taglia la democrazia, non col mio voto. Voterò no perché io credo nella cultura, nel confronto, nella politica come la più alta delle arti umane. Voterò no perché non credo che con i “vaffa” si governino i paesi, ma solo i “colossei mediatici”. Voterò No perché io non ritengo gli italiani una comunità di cittadini incapaci di decidere, scegliere, valutare. Credo che siamo artefici di un paese grande e speciale, e sarebbe irragionevole affidare ad un algoritmo governato da un comico e da un privato cittadino il potere di decidere su cosa e quando dobbiamo votare. Credo sia la negazione di ogni forma di democrazia l’idea che dopo una consultazione di quattro gatti su Rousseau, meno frequentata delle votazioni di X-Factor, si decida per tutti gli italiani e si pretenda che quello dei quattro gatti sul quesito dei due furbi sia la volontà “popolare”.

Io sono seriamente preoccupata per questa vandea ipocrita che spaccia la distruzione del sistema parlamentare per trionfo della democrazia. Siamo all’apoteosi della demagogia, al rogo del parlamento, alla notte dei cristalli contro i parlamentari. Una situazione voluta da chi, come i Cinquestelle, ha portato in Parlamento la compagine più ridicola nella storia delle assemblee elettive dalla Magna Charta ai nostri giorni. Una situazione avallata da un Pd che ha perso ogni ritegno e ogni pudore pur di restare attaccato alle poltrone di questo Governo.

A sinistra leggo che esiste una fronda seria, importante, numerosa di persone, intellettuali e politici, che stanno rifiutando il compromesso di potere che Zingaretti sta subendo, sdraiandosi come uno scendiletto dinanzi ai Cinquestelle. E per altri versi a destra esiste un fronte suggestionato dal populismo e dalle sirene dell’antipolitica che, paradossalmente con i propri voti rischia di regalare una pericolosa vittoria di immagine e di demagogia ai grillini. Io voterò no per queste ragioni e perché tagliando il numero dei parlamentari oltre che esser penalizzato il sud che ha meno abitanti, saranno penalizzate anche le piccole e medie realtà, che inevitabilmente saranno fagocitate nella rappresentanza dai grandi agglomerati urbani.

Voterò No perché sono siciliana e mi pare scellerata l’idea che per risparmiare pochi spicci si elimini quasi il 40% della rappresentanza della mia Regione alla Camera e al Senato. L’Italia ha bisogno di riforme, ha bisogno di rivedere il bicameralismo perfetto, ha bisogno di riscrivere i regolamenti parlamentari a tratti farraginosi e paralizzanti, ha bisogno di rendere il paese più governabile e i governi meno ricattabili da piccoli gruppi. Ha bisogno di molte cose. Non del vergognoso inganno della democrazia diretta, di grandi fratelli e dei loro stolti complici di giornata.