Pechino all’Onu sulla guerra si astiene. Temporeggia, tace, tiene sulla corda Washington che è stata costretta dalla drammaticità del momento a trattare la Cina come interlocutore necessario e fondamentale nel tentativo di evitare una escalation del conflitto in Ucraina. Xi Jinping sa quanto è necessario in questo momento il suo ruolo all’Occidente per evitare il peggio e fa penare alla Casa Bianca ogni microscopico cenno di disponibilità al dialogo. Alza il prezzo. L’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato ieri la risoluzione proposta dalla Francia ed altri Paesi occidentali che chiede «l’immediata cessazione delle ostilità da parte della Russia, in particolare di eventuali attacchi contro civili», l’accesso umanitario e la protezione dei civili, del personale medico, dei giornalisti e degli operatori umanitari. Sono stati 140 i Paesi che hanno votato a favore, 5 i contrari e 38 gli astenuti.

I cinque paesi che hanno votato contro sono Russia, Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea (gli stessi che hanno votato contro la risoluzione del 2 marzo scorso). La Cina invece è tra i 38 astenuti (tre in più della volta scorsa). I voti a favore sono scesi da 141 a 140. La Cina «apprezza i principi di base della bozza di risoluzione proposta, ma allo stesso tempo è chiaro che alcuni scopi del testo vanno oltre la questione umanitaria in Ucraina. La bozza proposta del Sudafrica invece è concentrata sulla questione umanitaria, e al momento attuale è più favorevole alla promozione dell’unità» degli stati membri delle Nazioni Unite. Per questo «Pechino ha deciso di co-sponsorizzare» la bozza sudafricana che non nomina Mosca. Lo ha detto l’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun. La Cina accusa il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, di «diffondere disinformazione» affermando che la Cina ha sostenuto la guerra della Russia contro l’Ucraina, nel mezzo della crescente pressione internazionale perché Pechino prenda le distanze da Mosca. Il portavoce del ministero degli Esteri di Wang Wenbin ha risposto che «accusare la Cina di diffondere false informazioni sull’Ucraina è di per sé diffondere disinformazione. La posizione della Cina è coerente coi desideri della maggior parte dei Paesi e qualsiasi accusa e sospetto ingiustificato contro la Cina sarà sconfitto».

I canali sotterranei di trattativa sono ancora tutti aperti. Ma al momento nessuna buona notizia ne è uscita. Ieri l’agenzia russa Tass riportava che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, conferma che Roman Abramovich ha partecipato alla fase iniziale dei negoziati con l’Ucraina, che ora continuano a livello di delegazioni. Ciò fa supporre che non era infondata la notizia riportata dal Wall street Journal secondo la quale era stato Zelensky a chiedere a Washington di evitare di colpire con sanzioni mirate Abramovich proprio perché c’era la possibilità di un suo coinvolgimento efficace come mediatore. Si rincorrono intanto denunce da parte di fonti ucraine di deportazioni di cittadini di Mariupol in territorio russo. Seimila ucraini sono già ora nei campi russi dove potrebbero essere usati come ostaggi, scriveva ieri il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, denunciando anche che i convogli umanitari in fuga verso le parti non occupate dell’Ucraina continuano ad essere bombardati.

Zelensky ieri oltre a chiedere a tutto il mondo di mobilitarsi per protestare contro l’invasione ha reso pubbliche richieste puntuali concrete: «Chiediamo che la Nato ci aiuti a vincere. Ci servono i vostri jet». «Avete almeno 20mila carri armati. L’Ucraina ha chiesto l’uno per cento di tutti i vostri carri armati. Dateceli o vendeteceli. Avete migliaia di jet da combattimento! Ma non ce ne è stato ancora dato nessuno». «L’esercito ucraino resiste ormai da un mese, pur non essendo in una condizione alla pari rispetto ai russi, e vi ripeto lo stesso da un mese: per salvare la nostra gente e le città ucraine ha bisogno di aiuto militare senza limiti». Secondo lo stato maggiore dell’esercito dell’Ucraina Mosca sta schierando rinforzi in Bielorussia e Crimea per circondare Kiev, si legge sul Kyiv Independent. I russi avrebbero sparato sui civili in coda per ricevere aiuti umanitari a Kharkiv. Lo riporta l’agenzia Unian citando il Suspilne Kharkiv.

Ci sarebbero dei feriti. da parte dell’arcivescovo di Kiev un appello: «La città di Mariupol è tappezzata di corpi esanimi di centinaia, migliaia di persone e non c’è più nessuno che li possa seppellire. Ancora la scorsa settimana queste persone riuscivano a sopravvivere grazie alla neve che facevano sciogliere per avere acqua potabile. Oggi a Mariupol la neve non c’è più». Sono 3,7 milioni le persone fuggite dall’Ucraina in un mese di guerra secondo stime dell’Onu. Più di 10 milioni di persone – più di un quarto della popolazione nelle regioni sotto il controllo del governo prima dell’invasione – hanno abbandonato le loro case, compresi quasi 6,5 milioni di sfollati interni.