Adunata show con claque di centomila persone dentro lo stadio Ludniki di Mosca. L’occasione è l’ottavo anniversario dell’occupazione della Crimea. Dura solo due minuti il discorso di Putin, un condensato di propaganda dai toni staliniani. Il testo è minaccioso, l’effetto è grottesco. Evoca il nazismo per spiegare l’invasione dell’Ucraina. Cita la Bibbia e minaccia l’Occidente. Dice: “Siamo intervenuti per fermare il genocidio dei russi”. “Porteremo a termine i nostri piani”. Lo show prevede anche la standing ovation in chiusura. Mentre pronuncia la frase “L’inizio dell’operazione militare è stata una causalità, assoluta casualità, nello stesso giorno…” la diretta della tv di Stato si interrompe, tornano le immagini di canti patriottici.

La spiegazione delle agenzie del Cremlino sarà. “guasto tecnico”. Putin dirà poi: “In Russia vediamo un’unità che non c’era da tanto tempo. Le defezioni starebbero invece moltiplicandosi , cementare il consenso diventa ogni giorno più complicato e dispendioso. L’invasione militare avanza sì, ma molto lentamente. Ma anche se via terra l’offensiva rallenta, Putin continua a voler spingersi ad ovest. I missili piovono sull’occidente dell’Ucraina, sempre più spesso e sempre più vicino al confine. Il che aumenta i rischi di incidente, vero o finto, in territorio Nato. Si parla di una probabile amnistia. Servirebbe a due scopi: procurarsi persone per andare al fronte spedendoci gli scarcerati e rendere noto che ci sono celle vuote da riempire con le persone contrarie all’invasione dell’Ucraina.

La fonte della notizia è l’attivista Vladimir Osechkin, che dice di averla ricevuta da un suoi informatore nei servizi russi. Nel documento che pubblica Osechkin c’è scritto che ad aprile i tribunali saranno tutti letteralmente sommersi “da procedimenti penali contro i traditori di stato, colpiti da arresti e perquisizioni che sono effettuati in tutto il Paese”. Sul fronte diplomatico ufficiale la notizia di ieri è stata la telefonata di due ore tra Biden e Xi Jinping. “Un conflitto non è nell’interesse di nessuno” ha detto il presidente cinese Xi Jinping. Oltre a dirsi ovviamente contrario alla prosecuzione del conflitto, avrebbe assicurato di non avere intenzione di fornire armi alla Russia, preoccupazione fondamentale di Washington. Xi Jiping sarebbe disponibile a mediare tra Putin e Zelensky, ha tatticamente ribadito quindi il suo giudizio sulla “eccessiva severità” delle sanzioni contro Mosca, mossa diplomatica necessaria per mostrarsi benevolo verso Putin.

“La crisi ucraina è qualcosa che non vogliamo vedere” ha detto Xi, citato dal Quotidiano del Popolo, organo di stampa del Partito Comunista Cinese. “Gli eventi mostrano ancora una volta che le relazioni tra Stati non possono arrivare al punto di scontro. Conflitto e confronto non sono nell’interesse di nessuno”. Sarebbe ieri stato arrestato dai servizi segreti militari russi il vice comandante della Guardia nazionale in Russia, il generale Roman Gavrilov. La notizia è di Christo Grozev, direttore del sito Bellingcat. Ad arrestare Gavrilov sarebbe stato il dipartimento di controspionaggio a causa della “fuga di informazioni militari”. La scorsa settimana era stata diffusa la notizia dell’arresto anche del generale Sergei Beseda a capo del direzione dell’Fsb per l’intelligence estera e del suo vice, Anatoly Bolukh.