I negoziati: un intervallo tra un bombardamento e l’altro. La diplomazia cerca uno spazio tra missili e corridoi umanitari. Giunti ieri al quarto round “i negoziati sono in pausa tecnica fino a domani (oggi per chi legge, ndr) per un lavoro aggiuntivo nei sottogruppi di lavoro e per chiarire alcune singole definizioni. I negoziati continuano”. L’annuncio, via Twitter, è del consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak. I negoziati tra le delegazioni di Russia e Ucraina si sono svolti ieri in formato online. Le parti, rimarca ancora il consigliere di Zelensky, restano ferme sulle «loro specifiche posizioni. La comunicazione continua ad essere difficile. La ragione del disaccordo è che ci sono «sistemi politici troppo diversi».

Cronaca di guerra, nel suo 19°giorno. Continuano senza sosta i raid e i bombardamenti sul Paese. All’alba missili russi hanno colpito una fabbrica dove si producono aerei Antonov (a Sviatoshyn Airfield) e non l’aeroporto Antonon di Kiev, come detto in precedenza, secondo quanto riferisce la Bbc, e, sempre nella capitale, un missile ha colpito un edificio residenziale di 9 piani, secondo il Kyiv Independent. Almeno due persone sono morte e tre sono rimaste ferite. Per i media locali è stata colpita anche la torre della Tv di Rivne. Attacchi anche a Kharkiv. E non ce l’ha fatta la donna incinta che era stata evacuata su una barella dall’ospedale pediatrico di Mariupol. La sua foto aveva fatto il giro del mondo. Nella sporca guerra entrano in scena anche i tagliagole siriani. I primi 400 mercenari siriani arruolati dalla Russia sono arrivati ai confini dell’Ucraina. Lo riporta l’agenzia ucraina Unian. Centri di alloggio e addestramento sono stati allestiti vicino alla frontiera nelle regioni di Rostov, in Russia, e Gomel, in Bielorussa. Secondo l’osservatorio per i diritti umani in Siria, i miliziani arruolati nel Paese da Mosca sono più di 40mila. l portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la Russia non esclude di «prendere il controllo» dalle città ucraine, garantendo «la massima sicurezza della popolazione».

Il portavoce, citato dai media russi, ha anche accusato gli Stati Uniti e l’Unione Europea di «provocare» la Russia affinché assalti le città dell’Ucraina. Una goccia di speranza in un oceano di pessimismo: è stato sbloccato il corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili da Mariupol, città nel sud dell’Ucraina assediata dai russi, e decine di automobili con a bordo residenti hanno già potuto lasciare il centro abitato. A riferirlo è il consigliere del sindaco di Mariupol Petro Andryushchenko, citato dall’Unian. Almeno 636 civili sono morti in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, secondo stime delle Nazioni Unite. Sono 40 decessi rispetto al precedente aggiornamento giornaliero. Tra i morti ci sono sei ragazze, 10 ragazzi e altri 30 bambini il cui sesso non è noto. I feriti tra la popolazione sarebbero invece almeno 1125. In gran parte sono state causate da artiglieria pesante, missili e attacchi aerei. Le cifre, riconosce la stessa Onu, sono con tutta probabilità sottostimate, a causa della difficoltà di ricevere informazioni dalle zone dove sono in corso intense ostilità.

Sono oltre 2,8 milioni le persone fuggite dall’Ucraina dopo l’invasione russa. A questi si aggiungono 2 milioni di sfollati interni. A darne conto è l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). “Rimane in una situazione di stallo” l’avanzata di “quasi tutte” le forze russe in Ucraina. È quanto affermano fonti del Pentagono in un briefing, riportato dalla Cnn, in cui si precisa che le forze che si muovono verso Kiev, compreso l’ormai famigerato convoglio che arriva da nord, non hanno fatto progressi considerevoli durante il weekend, nonostante i tentativi di “far affluire le forze dietro gli elementi più avanzati”. La diplomazia itinerante passa anche dalla Città eterna. Nel tardo pomeriggio di ieri si è concluso il vertice a Roma tra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi, detto la “tigre”. A colloquio in corso, dal Financial Times è rimbalzata la notizia che gli Usa avrebbero allertato gli alleati sul possibile appoggio militare di Pechino a Mosca. L’Europa insiste con le sanzioni. Ieri ne è arrivato un quarto pacchetto.

La presidenza di turno francese non ha dettagliato il pacchetto, ma via Twitter ha anticipato che seguirà la decisione Usa di revocare a Mosca la clausola di nazione favorita dal punto di vista commerciale, che implica agevolazioni sulle tariffe dell’import/export. Secondo la Reuters, ci sarebbe un bando sui metalli russi, un divieto all’export di beni di lusso (incluse le auto di valore superiore a 50mila euro) e lo stop agli investimenti nelle compagnie petrolifere e nel settore energetico. Anche la lista degli oligarchi sanzionati dovrebbe ampliarsi, includendo il proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, già colpito dal Regno Unito. In serata, scatta l’allarme aereo su larga scala: Khmelnytskyi, Leopoli, Ternopil, Kropyvnytskyi, regione di Rivne, Kryvyi Rih, Mykolaiv sono solo alcune delle città in allerta. Si trovano tutte nella zona ovest dell’Ucraina. Una nuova notte di paura. E di morte.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.